Bilancio e fusione
di Giancarlo Marchesi

Assemblea ordinaria e straordinaria insieme quella della Cassa Rurale Giudicairie Valsabbia Paganella, che si occupa di bilancio e anche della fusione con la Saone. Tutto ratificato all'unanimità dai soci. Si va verso la riconferma di Armanini presidente



Venerdì scorso i soci della Cassa rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, oltre ad approvare all’unanimità il bilancio 2017, hanno dato il via libera alla fusione per incorporazione con la Cassa rurale di Saone, realtà di credito cooperativo sorta nel lontano 1895, attualmente attiva con 3 sportelli nei territori trentini di Tione e Roncone.

Grazie all’approvazione di questa operazione straordinaria, dal prossimo primo luglio l’operatività della Cassa rurale Giudicarie Valsabbia Paganella coprirà interamente il territorio giudicariese, spingendosi nel Bresciano fino a Villavuova sul Clisi: nella nostra provincia la Cassa può infatti contare su 10 sportelli, dei 25 complessivi.

Da lunghi decenni, questa realtà cooperativa ha fatto dell’area valsabbina il proprio punto di forza, tanto che le filiali bresciane pesano per oltre il 50% delle masse amministrate dall’itera banca.

Ma c’è di più: come ha riferito al nostro giornale il vicedirettore generale, Raffaella Marini, «in questi ultimi mesi il 90% della crescita della Cassa, sia in termini di clientela sia di masse, è dato dal territorio compreso tra Bagolino e la bassa Valsabbia».
Un segnale certamente forte, che indica l’uscita da una crisi durata troppo a lungo.

La svolta rispetto al recente passato, emerge chiaramente dai dati illustrati in assemblea dal presidente Andrea Armanini e dal direttore Davide Donati, che riflettono un bilancio positivo almeno per tre ragioni: una crescita degli indicatori finanziari, una evoluzione della qualità del credito e, infine, per un sensibile miglioramento degli indicatori patrimoniali.

La rinnovata fiducia verso la sua tradizionale clientela, costituita prevalentemente da famiglia, piccole e micro imprese è stata ripagata con un significativo risultato: la raccolta complessiva ha superato il miliardo di euro, facendo segnare un incremento del 5,9% rispetto al bilancio 2016.

Il margine d’interesse e il margine di intermediazione sono invece arretrati rispettivamente del 2,3% e del 4,5%, a fronte di un aumento delle commissioni nette di oltre il 16%.
Nel corso del 2017 la redditività si è ridotta: l’utile netto è diminuito del 36,3 per cento, fermandosi a 708.720 euro. Di contro, gli indicatori di solidità patrimoniale si sono attestati oltre i valori medi del sistema, con un CET1 al 14,37% e TCR al 15,99%.

Dopo l’approvazione del bilancio
, l’assemblea ha proceduto all’elezione dei 2 consiglieri in scadenza, compreso il presidente Armanini, che sono stati rieletti, così come è stato riconfermato l’intero collegio sindacale.
Nel corso della settimana entrante, il consiglio di amministrazione si riunirà per nominare tra i propri membri il nuovo presidente.

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