Il dialetto di Condino è ancora vivo?
di a.p.

Questo pomeriggio a Borgo Chiese un interessante convegno dedicato alla “parlata dei nostri avi” organizzato dalla Filodrammatica “El Grotél” di Condino, che festeggia i primi 40 anni di vita



Potrebbe essere il titolo di un convegno-dibattito confronto a più voci che la Filodrammatica “El Grotél” di Condino ha messo in cantiere già da tempo per celebrare degnamente il proprio 40° di fondazione.

A dir il vero manifestazione questa già rinviata tre volte e – finalmente – fissata per sabato 3 marzo 2018 con inizio alle ore 15.30 alla Sala Consigliare del Palazzo Municipale “alla Torre” a Condino.

Coordinato da Ivo Butterini, Ovidio Pellizzari, e Giacomo Radoani
, il convegno si dipanerà alternando brevissime relazioni, che si potrebbero meglio definire comunicazioni, a letture di testi in dialetto condinese, agli interventi del pubblico che gli organizzatori si augurano numeroso. 

Altri, nostalgici… impenitenti, vorrebbero riesumarlo e farlo rivivere nelle sue forme più arcaiche ed ormai obsolete, magari poco conosciute o mal praticate da essi medesimi. Il convegno indetto dalla filodrammatica “scaldabachiana” presieduta da Sergio Butterini “Tamacìn” vorrà senz’altro smentire gli uni e gli altri e calibrare, per così dire, nel giusto mezzo la reale sopravvivenza e continuità di un dialetto che non sarà certamente quello che parlavano i nostri nonni ad inizio del ‘900, ma sarà un dialetto diverso, eppur sempre dialetto.

Al Convegno saranno presentati alcuni dizionari dialettali della Val del Chiese pubblicati in questi ultimi anni (“Parlar da Stor” di Gianni Poletti del 2007, “Vocabolario del dialetto di Roncone” di Giovan Battista Salvadori “Pedràc’’ del 1999 e la recentissima fatica di Alberto Baldracchi, il “Vocabolario dialettale della Pieve di Bono”, uscito dalla tipografia nel gennaio 2016) nell’ottica di ricreare un gruppo di lavoro che si occupi in maniera accurata della redazione di un “Dizionario del dialetto di Condino e dei paesi circonvicini, Brione, Cimego e Castello”.

Abbiam detto ‘ricreare’ in quanto il gruppo di lavoro era sorto alcuni anni fa, attorno alla figura del professor Franco Bianchini, animato da alcune volonterosissime anziane, tra cui ci preme ricordare la sig.ra Prima Butterini Galante, poi scioltosi vuoi per la scomparsa di Prima, vuoi per alcune difficoltà tecniche e logistiche.

Ma, al di là di questo scopo,
il dibattito vuole altresì verificare quanto oggi siano ancora attuali e reali attenzione, sensibilità, interesse, cura e dedizione per un siffatto argomento.

Il dialetto insomma
rivissuto e, in certo qual modo, ravvivato non solo come la “parlata dei nostri avi”, ma come parte viva della nostra storia e della nostra esistenza di oggi. Per questo interverrà con ogni probabilità anche Giulio Bodio Mulinèr, che come molti sanno vive da parecchi decenni in Germania (esattamente a Schenkenzell, nella Foresta Nera) e che ha dato un fortissimo slancio alla rinascita del dialetto grazie ai suoi numerosi racconti scritti in puro dialetto condinese.

Non potrà intervenire, invece, per problemi di salute, il dottor Mario Antolini Musòn, da Tione, e decano dei giornalisti giudicariesi, che è considerato il vero numero uno   della ricerca storico-linguistica sui dialetti giudicariesi.

In foto la filodrammatica di Condino

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