Cava sul Monte Tesio, la posizione di Gaia
di Filippo Grumi - Comitato Gaia

Il comitato ambietalista Gaia (Gavardo Ambiente Informazione Attiva) dice la sua in merito alle dichiarazioni del Comandante della Polizia Locale relativamente all’apertura nella Cava sul Monte Tesio e il suo impatto sulla viabilità


Gentile direttore,

In merito alla questione Cava nel Monte Tesio apprendiamo con un certo stupore da un articolo apparso sul Bresciaoggi di sabato 16 e su Vallesabbianews martedì 19 dicembre, che il Comandante della Polizia Locale di Gavardo, con un parere scritto, affermerebbe che esistono delle fondate problematiche legate ai mezzi pesanti che dovranno circolare su strade a servizio della cava che sono “strette ed in centro abitato”  e, sorpresa delle sorprese, arriva a dire che “ho pertanto proposto la necessità di un percorso alternativo” oppure misure che riducano l’impatto del traffico sui residenti.

Una affermazione piuttosto pesante e che non arriva certo da una persona qualunque, non certo un feroce ambientalista o un cittadino che vede messa in pericolo la sua qualità di vita e la sua proprietà.
Noi però ricordiamo bene che in Consiglio Comunale il Vicesindaco con delega all’Urbanistica Prof. Sergio Bertoloni, alle pressanti domande e richieste di spiegazioni su queste problematiche, rispose stizzito “ che tutto era stato attentamente ben ponderato da chi di dovere” e che tutto era quindi in regola.

Pochi mesi dopo, sempre in Consiglio Comunale, ammise che una perizia della stessa ditta che dovrebbe estrarre dalla cava, evidenziava carenze strutturali sulla strada che scende dal Tesio,

Ora, a noi che siamo gente semplice sorgono spontanee alcune riflessione e ci poniamo alcune domande:

1)    il Comandante della Polizia Locale, Luca Quinzani, rientrava o no tra le persone che hanno “ben ponderato” tutta la situazione prima della firma della convenzione con la ditta oppure no?
2)    Se non lo era, potremmo sapere quali erano queste persone? Era tra queste l’Assessore ai lavori Pubblici? Era tra queste l’assessore all’Ambiente? Ne avrebbero avuto tutto il titolo e diritto, se non loro, chi?
3)    Il Comandante a chi ha proposto di realizzare un percorso alternativo? Che risposta ha ricevuto?
4)    Se il Comandante era tra le persone che “hanno ben ponderato”, ha espresso allora lo stesso parere che ha espresso adesso oppure no?
Ovvio che se avesse espresso lo stesso identico parere di oggi e l’Amministrazione non ne avesse tenuto conto sarebbe una cosa MOLTO grave;
5)    Dato che esiste una perizia della ditta, che è quindi ovviamente di parte, ci chiediamo, ne esiste una anche dell’Ufficio Tecnico del Comune? Se esiste, quando è stata fatta e cosa dice? Se non esiste, come mai non è stata chiesta prima di chiudere una convenzione capestro per i cittadini gavardesi?
6)    Nel caso la strada attuale non fosse idonea, chi paga la sua messa a norma o un eventuale percorso alternativo? Non sono cose da poco, si parla di diverse centinaia o di milioni di euro e dato che la convenzione è chiusa e la ditta in fase di convenzione si rifiutò di accollarsi l’onere del percorso alternativo a noi viene in mente un’unica risposta, pagheremo ovviamente NOI cittadini, oltre il danno anche la beffa?

Speriamo di avere queste risposte nel consiglio comunale del 21 dicembre (e possibilmente con la diretta streaming..) ma anche se non dovessero essere risposte esaustive visto la quantità di esposti presentati per questa questione, magari avremo le risposte dal Magistrato in Tribunale.
Noi notiamo però una strana coincidenza.

La proposta del percorso alternativo fatta dal Comandante avviene esattamente nello stesso periodo in cui il Comune riesce a vendere all’asta l’area commerciale vicino al Bennet.
Casualmente, sempre e solo pure coincidenze, l’importo di spesa per la realizzazione della strada alternativa è quasi identico con quanto ha incassato il Comune per la vendita dell’area e, dato che quella somma non può essere utilizzate per le spese correnti non è che per caso finirà per finanziare la strada alternativa per la cava nel Tesio?
Certo, a pensar male si fa peccato ma, diceva qualcuno di più esperto di noi, spesso si indovina.

Per noi l’apertura della cava
nel Monte Tesio è uno sfregio ambientale che non ci possiamo permettere e siamo contrari a che ciò avvenga, inoltre, anche un eventuale percorso alternativo dovrebbe minimizzare al massimo l’impatto ambientale e quindi chiediamo di valutare un’altra soluzione.

Dato che la discesa verso Gavardo dei mezzi pesanti a pieno carico sarebbe oltremodo pericolosa e avverrebbe come detto sopra, su una strada non idonea, perché non pensare ad una discesa a valle passando da SERLE?

Il percorso dalla cava sarebbe in salita per pochi tratti, praticamente in una zona disabitata, con poche modifiche si potrebbe ovviare ai tornati prima del bivio per SERLE e la Chiesetta del Tesio, e l’impatto ambientale sarebbe ridotto al minimo.
Chi di dovere ha valutato anche questa alternativa?
Le risorse così risparmiate potrebbero essere utilizzate per mettere in sicurezza il Rio Legnano, dato che pel la stessa Amministrazione era un’opera necessaria per la messa in sicurezza delle abitazioni a valle dello stesso.

Era anche quello un impegno preso durante la campagna elettorale e così, come altre promesse elettorali ben più costose sono state mantenute, andrebbe mantenuta anche quella.
Si potrebbe anche trasformare la scuola elementare secondo lo studio di fattibilità fatto dallo stesso Ufficio Tecnico del Comune, si potrebbe sistemare la gavardina, biglietto da visita del paese per i molti che la percorrono d’estate, si potrebbero mettere in sicurezza alcuni tratti stradali e migliorarne altro ancora.
I soldi ricavati dalla vendita di un’area pubblica (DI TUTTI NOI) devono essere utilizzati per il bene della comunità e non per rimediare agli errori fatti da chi avrebbe dovuto “ben ponderare” le sue scelte.

Distinti saluti
   
Il portavoce del Comitato
Ing. Filippo Grumi
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