Gioele Dix è il «Malato» di Moliere
di Davide Vedovelli

Ottima rappresentazione del “Malato immaginario” quella in scena in questi giorni al Teatro Sociale di Brescia. Negli occhi, nelle mani e nella voce di Gioele Dix il “malato” di Moliere


Il testo è un classico del teatro, il “Malato immaginario”; sul palco un Gioele Dix capace di farlo proprio e rapire il pubblico per tutte le due ore di durata dello spettacolo.
 
La scena prevede una sedia rossa, in mezzo al palcoscenico (quasi fosse un trono), dove Argan (interpretato magistralmente da Giole Dix) resta per quasi tutto lo spettacolo. 
 
Con ironia, una fisicità eccezionale e una voce importante le parole di Moliere prendono forma.
 
Tutto ruota intorno a lui, come fosse il sole attorno a cui gravitano i pianeti, e basta uno sguardo, un gesto, una variazione del tono della voce per fare scoppiare una risata in sala o trasmettere stupore e preoccupazione.
 
Il testo di Moliere sembra scritto appositamente per Gioele Dix, attore dalla spiccata vena ironica,  che riesce a tenere alta la tensione per tutta la rappresentazione. 
 
Lui, fermo sulla sua sedia, passa la vita immobile e senza mai riuscire a prendere una decisione, tra malanni, medicine e purghe. Attorno a lui corrono e si muovono invece altri attori, come la figlia, mossa appunto dall'amore.
 
Senza inutili colpi di scena o scenografie iper – tecnologiche il senso dello spettacolo viene reso al meglio grazie alla bravura degli attori.
Degno di nota l'attore che interpreta il giovane medico che Argan vorrebbe far sposare a sua figlia che in alcuni tratti ricorda il primo Benigni.
 
Senza voler strafare e restando fedeli al testo il risultato è ottimo, una serata che scivola veloce lasciando tra ironia e grottesco molti spunti di riflessione.
 
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