La scommessa
di Ubaldo Vallini

L'idea, ora che è stata finanziata la realizzazione del collettore fra Anfo e Ponte Caffaro, è di farci passare sopra anche la ciclabile. In 15 anni è stata "collettata" tutta la Valle



Tre milioni e duecentomila euro. Una metà ce la metterà la Regione e lo stanziamento è notizia dell’altro giorno, l’altra l’ha già messa a disposizione l’Ambito Territoriale Ottimale (Ato).
Il cronoprogramma prevede anche il termine dei lavori: entro il 2020.
Intanto la Comunità montana vorrebbe approfittare dei lavori per realizzare contestualmente una pista ciclopedonale.

Ma andiamo con ordine
Realizzando il pezzo mancante fra Anfo e Ponte Caffaro, la Valle Sabbia, almeno quella “storica”, conclude l’operazione collettamento dei reflui, che finiscono tutti quanti nelle due “linee” di depurazione a valle di Sabbio Chiese.

Più giù stanno conoscendo la fase dell’appalto anche i depuratori che andranno a sostituire quelli obsoleti di Vobarno, Villanuova e Gavardo.
«Quando saranno conclusi anche questi ultimi interventi potremo dire di aver collettato il 90% del territorio, un’impresa che è costata circa 20 milioni di euro - afferma il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini.

Poi aggiunge, lui che è particolarmente attento alle esigenze della montagna: «Resteranno escluse alcune frazioni, del resto non si può pensare di posare decine di chilometri di tubo per raggiungere le poche case di alcune località».

La prima “linea” di depurazione, in via Palina a Sabbio Chiese è entrata in servizio ad agosto del 2003, iniziando a depurare gli scarichi fognari provenienti dai paesi della Conca d’Oro (Sabbio Chiese, Odolo, Bione e Agnosine).

La seconda ha cominciato a macinare reflui a luglio del 2005 portando la potenzialità totale dell’impianto a 26.000 abitanti equivalenti, permettendo così di estendere la rete di collettori agli altri comuni.

In tutto, contando anche i 6 e mezzo del tratto ancora da fare fra Anfo e Ponte Caffaro, la rete di collettamento si estende nella valle per più di 50 chilometri.

«La scommessa – ha aggiunto Flocchini
-, ora è quella di approfittare dei lavori per la realizzazione di quest’ultimo tratto per farci passar sopra una pista ciclopedonale e noi come Comunità montana abbiamo già dato mandato per la sua progettazione. Sarebbe subito collegabile alla rete trentina».

Fra una e l’altra opera era stata ipotizzata una spesa di circa 6 milioni e mezzo di euro: realizzare entrambe in un colpo solo certo porterebbe a consistenti risparmi.

Insomma, l’idea è che da una parte possa migliorare la qualità delle acque del lago, in virtù del minor apporto di nutrienti che gli scarichi offrono alla proliferazione delle alghe, dall’altra ci sia un significativo potenziamento della fruibilità turistica delle sue sponde.

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