Indipendenza
di Luca Rota

La cercano i giovani in fuga dalle case paterne. La sognano i partner soffocati dall’amore altrui. Chi l’auspicava un tempo, dichiarando in suo nome guerre e moti, forse ne confondeva il desiderio


Chi domanda l'indipendenza oggi ha vari volti, ma non sempre buone ragioni.
La chiedono i popoli quando soffrono sottomessi.
La perdono molti giovani alla ricerca disperata di sostentamento, svendendola ai padroni di turno.
La vivono, come esperienza, molti ragazzi provenienti da storie sbagliate.
Spesso la trova chi ha il coraggio di mettersi in proprio.

Se sono i poveri a chiederla, bisogna che urlino parecchio affinché qualcuno si accorga di loro.
Se la chiedono i ricchi quasi sempre c’è qualcosa sotto, o è soltanto propaganda.

A volte non ha un perché ben definito. A volte invece ce l’ha, ma non importa a nessuno.
La si chiede per motivi che sono in pochi a teorizzare, e che molti altri sventoleranno in giro a mo’ di vessillo.

Di solito prevede la presenza di un oppressore, o alla meno peggio, di qualcuno da cui allontanarsi.
È incolore (quando non si tinge), inodore (se non puzza di fregatura) e insindacabile (se la storia lo chiede).

E noi, quanto siamo indipendenti? E quante sono le dipendenze che non vorremmo?
Domandarcelo di tanto in tanto farebbe bene. Ma senza caderci in dipendenza.

Luca Rota
 
171024_indipendenza.jpg