Preso «seminatore» d'hashish
di val.

Sotterrava le dosi di "fumo" una ad una e le recuperava per consegnarle ai "clienti", per lo più ragazzini, convinto che se l'avessero preso poteva dimostrare di essere un semplice assuntore. Invece sono scattate le manette



Sotterrava le singole dosi di hashish nel parco dell’Isolo e le recuperava poi una alla volta quando c’era da consegnarle ai clienti, per lo più ragazzini.
Uno stratagemma collaudato e considerato sicuro: in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine poteva sempre sostenere di essere un semplice consumatore, perché più di una dose addosso non glie l’avrebbero trovata.

I carabinieri di Gavardo però, al comando del maresciallo Francesco Santonicola, in collaborazione con gli agenti della Locale di Gavardo, sono riusciti a documentarne i movimenti, a recuperare varie dosi di “fumo” ancora sotterrate e ad arrestarlo.

La rete è scattata sabato scorso quando i militari hanno ritenuto di aver accumulato sufficienti elementi per poterlo accusare di spaccio di sostanze stupefacenti.

Lui, un pakistano quarantenne domiciliato nel centro storico di Gavardo, non ha cambiato il clichè quando è arrivato uno dei suoi giovanissimi clienti, nei pressi del bar in centro, dove era una presenza fissa.
Ha raggiunto l’Isolo che è collegato al resto del paese con due ponticelli, a poche decine idi metri dal centro storico, ha dissotterrato l’ennesimo piccolo involucro ed è tornato sui suoi passi per effettuare lo scambio.

E quando i carabinieri si sono palesati avrebbe anche mostrato una certa sufficienza, certo di farla franca anche questa volta.
I militari invece, con una serie di appostamenti avvenuti nei giorni precedenti, avevano avuto modo di filmare a lungo diverse compravendite ed erano riusciti anche a capire quale sistema il quarantenne utilizzasse per “segnare” i nascondigli in alcuni casi anche molto distanti fra loro.
Grazie a quest’ultimo fattore, come accorti tartufai, i carabinieri sono poi riusciti a recuperare il resto della “merce”.

E sono scattate le manette.
Nelle ore successive l’arresto è stato convalidato e l’uomo sottoposto a regime di semilibertà, con obbligo di firma ed arresti notturni.
Questo fino al processo che è stato fissato per la fine di ottobre, al termine del quale sarà con molta probabilità rispedito nel paese d’origine.

Per la verità il pakistano, pregiudicato sempre per spaccio di stupefacenti, nel 2014 era già stato accompagnato alla frontiera ed espulso dal territorio italiano. Qualche mese fa era rientrato con i normali flussi migratori ed era evidentemente convinto, utilizzando questo inedito stratagemma, di poter riprendere impunemente la lucrosa attività.


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