Interpellanza sulla cava nel Tesio, il Comitato ancora deluso
di Erica Pollini

Insufficiente per il Comitato di volontariato per la salvaguardia del Tesio la risposta data dal vicesindaco Bertoloni all’interrogazione sulle mitigazioni per la cava sul monte Tesio


Gentile direttore,
il 6 settembre scorso, l’amministrazione comunale di Gavardo è stata chiamata a rispondere ad una interpellanza delle minoranze tesa ad avere aggiornamenti precisi, promessi tra l’altro dal vicesindaco Sergio Bertoloni nel precedente Consiglio del 1° marzo, sullo sviluppo della vicenda della cava sul monte Tesio.

Il vicesindaco
ha comunicato all’assemblea di avere avuto un contatto in febbraio/marzo 2017 sia con Fassa che con la Provincia, proponendo delle ulteriori mitigazioni alla convenzione originariamente stipulata.

A tale proposito non ha dato indicazioni precise sul contenuto analitico di tali mitigazioni, salvo un paio di veloci esempi fatti dall’arch. Baronio in veste di responsabile dell’area gestione territorio, quali evitare il passaggio dei mezzi pesanti nelle ore coincidenti con inizio/fine scuola e posticiparne il passaggio mattutino. Attenzione: i due esempi non comportano alcuna riduzione relativa al numero dei passaggi quotidiani, che resterebbero i trenta originariamente contrattati.

Fassa si è presa del tempo per rispondere, ma non ha più contattato il Comune ed il Comune non ha più contattato Fassa per valutarne le intenzioni definitive. Ricordo che sono passati più di sei mesi da quell’incontro!

Il vicesindaco ha poi comunicato che la ditta ha fatto effettuare ad un’impresa specializzata un’operazione di carotaggio della strada che giunge alla cava, i cui risultati sono contenuti in una perizia depositata presso il Comune: sembra - così ha accennato il sig. Bertoloni - che buona parte del percorso possa sostenere il passaggio dei mezzi pesanti. Peraltro, come gli esperti del settore ci hanno confermato, con il carotaggio si esaminano gli strati profondi del terreno che - naturalmente, trattandosi di zone rocciose - è palese non siano fragili. Il problema invece, come il Comitato ha più volte evidenziato, riguarda il manto stradale superficiale (tappetino d’usura) che non può sostenere tale carico.

In ogni caso,
che la strada sostenga o meno il passaggio dei mezzi pesanti è un problema prettamente economico mentre il cuore della vertenza – il Comitato non si stancherà mai di ricordarlo – è la sicurezza, che non può essere in alcun modo garantita con un percorso così stretto e ripido.

Il vicesindaco ha aggiunto che il Comandante della polizia locale ha fatto i suoi rilievi sulla vicenda, mandati poi in Provincia. Ma anche su questo punto non abbiamo avuto alcuna spiegazione sui contenuti della relazione, decisamente interessanti in termini di sicurezza e viabilità.

Sembra che al momento
Fassa non abbia alcun interesse ad avviare l’attività in quanto - così avrebbe lasciato intendere – non desidera gestirla personalmente ma affidarla ad operatori economici terzi, che al momento non si trovano. Probabilmente perché non ci sono trasportatori disposti ad effettuare un percorso stradale così impervio, con tutti i relativi pericoli in termini di incidenti stradali e considerevoli costi di manutenzione del mezzo pesante (ad esempio continue riparazioni all’impianto frenante sempre surriscaldato). Il che ci preoccupa ulteriormente perché è molto probabile che solo imprese poco affidabili accetteranno l’incarico. In ogni caso la Provincia ha dato al vicesindaco la garanzia che, prima di dare l’autorizzazione definitiva alla ditta Fassa, avviserà il Comune.

In sostanza, la tecnica adottata dal vicesindaco è quella dell’attesa, il che per noi abitanti della zona è decisamente preoccupante. Alcuni di noi, io in prima persona, stanno valutando seriamente di cambiare residenza e lavoro, a causa della difficile vita quotidiana che la riapertura della cava comporterebbe. Ma questa tecnica adottata dal Comune di limitarsi ad attendere senza incalzare la controparte crea grandi interrogativi sul nostro futuro e sulle pesanti scelte di vita da fare.

È indubbio che il Comune ha commesso una gravissima negligenza nell’approvare la convenzione con Fassa - lo stesso vicesindaco nel precedente consiglio comunale tenutosi nel marzo 2017 lo ha espressamente riconosciuto, scusandosi con la comunità - ma ad oggi il problema rimane invariato.

Molto deludente anche la chiusura dell’intervento del vicesindaco - “…Abbiamo tante, tante, tante altre cose da fare oltre alla cava sul Tesio” - che conferma la mancanza di una fattiva volontà di risolvere la questione a favore della cittadinanza. In ogni caso il Comitato continua a vigilare. Un’altra occasione persa per l’amministrazione comunale.

Erica Pollini
Promotrice del Comitato di volontariato per la salvaguardia del Tesio
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