Un gardesano a Porta Pia
di red.

Il semplice e gradevole saggio di Maggi, "Un gardesano a Porta Pia", edito da Liberedizioni, verrà presentato presso il Museo della Rocca d’Anfo questo sabato 2 settembre alle 17. Presente l'autore che dialogherà con Marcello Zane



Davvero tutto cominciò davanti a una lapide!
Roberto Maggi, insegnante ed appassionato di storia risorgimentale, già autore dell'opuscolo "Qui si fa l'Italia!", dedicato a Garibaldi, nel bicentenario della sua nascita (2007), fin da piccolo si era soffermato davanti alla lapide in memoria dei caduti salodiani, sotto il portico del municipio della cittadina benacense.

Vi leggeva i nomi di quegli eroi, semplici soldati di ieri che sacrificarono la vita nelle guerre per l'indipendenza nazionale.
Un giorno la sua attenzione si fermò su quel Turina Carlo, morto nel 1870. Possibile che tra i 49 caduti alla breccia di Porta Pia, ci fosse proprio un bresciano? Meglio: un gardesano?

E così partì la ricerca!
Tra dubbi e incertezze, Roberto Maggi è giunto alla sua conclusione: c'era un gradesano a Porta Pia! Si chiamava Carlo Turina ed abitava a Raffa di Puegnago.
A dargliene conferma sono stati i documenti storici, che ne raccontano la vicenda militare, la lapide con l'elenco dei Caduti sul luogo della storica breccia e la tomba nel sacrario gianicolense dove Turina riposa con gli altri Caduti per Roma dal 1849 al 1870.

Il semplice e gradevole saggio di Maggi,
"Un gardesano a Porta Pia", edito da Liberedizioni, verrà presentato presso il Museo della Rocca d’Anfo il giorno 2 settembre alle ore 17.00.
L’iniziativa, voluta e organizzata dal Gruppo Sentieri attrezzati Idro 95 e dal Circolo Filatelico Numismatico e Militaria di Salò, con il patrocinio del Comune di Anfo, permette di conoscere una pagina forse poco approfondita della nostra storia, grazie anche all‘apparato iconografico con immagini d'epoca e la documentazione relativa all'episodio del 20 settembre 1870 che il libro fornisce.

Si racconta innanzitutto l'evento storico con i fatti che portarono ad esso, per poi restringersi a raccontare la sconosciuta vicenda di un soldato semplice, cannoniere di Prima Classe del 7° Reggimento Artiglieria, ferito il 20 settembre, durante la storica breccia, e successivamente morto all'ospedale militare della neonata capitale per sopravvenute complicazioni.

Il libro riporta anche l'elenco completo dei Caduti e dei feriti della giornata del 20 settembre 1870 nonché la documentazione relativa al protagonista.
In conclusione è necessario ricordare quanto affermato dal maresciallo dell’Arma, Emanuele Marini, (che ha aiutato Maggi nella sua ricerca storica) la sera della prima presentazione del libro: "Un soldato non muore in battaglia; muore quando viene dimenticato".

Ecco: le pagine di questo libro, invece, restituiscono voce a chi solitamente non l'ha.
A chi rimarrebbe soltanto un nome tra i tanti; il povero soldatino sconosciuto ai più e noto solo a chi gli volle bene.
Un figlio della terra gardesana cui i suoi conterranei rendono onore.

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