Fin che la barca va...
di Ubaldo Vallini

Ventiquattr’ore di baldoria, culminata con l’attraversamento del lago d’Idro su barche realizzate con cartone e scotch



E’ l’dea nemmeno tanto strampalata che un gruppetto di giovani valsabbini vorrebbe far diventare un evento, da ripetere anche nei prossimi anni. L’hanno chiamata “24H – BOX N’BEER”.

Nei giorni scorsi la “prima” di assaggio, che si è conclusa nel migliore dei modi, con le tre imbarcazioni che sono riuscite ad attraversare l’Eridio partendo dalla località Tre Capitelli per approdare a Crone, sorprendendo gli stessi protagonisti. Imbarcazioni “usa e getta”.

Visto che tutto era andato liscio, infatti, i “nostri” hanno provato anche a fare il viaggio di ritorno, con gli scafi che in pratica si sono sciolti a causa delle infiltrazioni d’acqua.
A quel punto è risultata provvidenziale la presenza di alcune imbarcazioni più solide d’appoggio, che hanno recuperato i naufraghi riportandoli alla base di partenza.

Loro sono Jem, Passero, Losqua e tutta la compagnia al completo, con Giack, Poker, Capra e Pera.
Questi i soprannomi di chi ha avuto l’idea, che ha poi coinvolto un’altra decina di amici.

Non sono una novità assoluta le competizioni in acqua con barche di cartone.
Affollatissima ogni anno è quella che viene organizzata lungo la Dora, in provincia di Torino, dove gli organizzatori concedono solo due ore per la preparazione degli scafi in cartone ondulato doppio e l’utilizzo di un solo rotolo di scotch.

«Lì si tratta di percorrere un tratto di fiume: partono in tanti e ne arrivano pochi. Nel nostro caso, dovendo attraversare un lungo tratto di lago, abbiamo dovuto organizzarci diversamente – ci dice Jem -. Ai partecipanti abbiamo dato 24 ore di tempo, cartone a volontà e 12 rotoli di scotch per ogni equipaggio, che in realtà nessuno ha poi utilizzato del tutto, cellophane solo per eventuali vele, di cartone e scotch anche i remi.
Poi, siccome non si può stare a ritagliare e ad incollare per 24 ore, ci siamo autotassati approfittandone per divertirci insieme: birra a volontà, due pasti, buona musica, la notte da trascorrere a casa di Polpo, sulle rive dei Tre Capitelli».

Alla fine, e questo è successo sabato 19 agosto,
sette i ragazzi che si sono presentati al via.
C’erano due barche tipo “pedalò” e un catamarano dotato anche di vela. Alla fine a prevalere è stato quest’ultimo, che ha toccato il suolo a Crone di Idro per primo, anche se tutti, avendo concluso l’impresa, possono dire di aver vinto la sfida.

«Ci piacerebbe ripetere questa cosa il prossimo anno coinvolgendo un maggior numero di persone – ha aggiunto Jem (che sta per Giampaolo) -. Non necessariamente dai Tre Capitelli, magari dalla spiaggetta di Anfo, dove c’è spazio sufficiente per ospitare la costruzione di un buon numero di imbarcazioni».

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