Da dove la vita è perfetta
di Laura

Dopo aver letto e apprezzato la Piombino operaia di Acciaio e la vallata biellese di  Marina Bellezza ero curiosa di sapere in quale mondo volesse trasportarci questa volta l’autrice Silvia Avallone


Siamo a Bologna, ma non nei portici eleganti del centro, bensì in periferia, in un complesso residenziale per famiglie proletarie, i Lombriconi.

Fra questi palazzi s’intrecciano le storie di alcuni dei protagonisti, i ragazzi della Bolofeccia (in contrapposizione alla Bolobene) che vivono in appartamenti piccoli e arrangiati, scalcinati come sono le proprie esistenze. Adele, 17 anni, scopre di essere rimasta incinta di Manuel, che vuole a tutti i costi diventare ricco spacciando droga in riviera.
Manuel aveva un amico, il suo migliore amico, Zeno con il quale ha condiviso tantissime esperienze, anche il piacere di leggere autori russi.

Poi ci sono gli adulti: Dora che vorrebbe a tutti i costi un figlio, il marito Fabio che incontra una ragazza di cui si era invaghito da giovane, Serena, un amica di Dora, che insegna in carcere.

Cos’è che unisce tutte queste storie, che via via s’intrecciano?
E’ il rapporto fra genitore e figlio, un rapporto che può essere il più diverso, il più strambo, il più solido, il più incoerente, ma che, nonostante tutto, ha sempre un’essenza unica, primitiva, riconoscibile.
 
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