Falso allarme a Nuvolera
di red.

Più di quattro ore di ricerche inutili, con l’utilizzo dell’eliambulanza e l’intervento del soccorso alpino. Fra le ipotesi che siano state scambiate per grida d’aiuto quelle per richiamare un cane da caccia


Ne abbiamo scritto qui e subito avevamo ipotizzato che c’era il dubbio si trattasse di un falso allarme.
Così è stato.

Sulle origini di quelle grida indagano i carabinieri di Nuvolento, che hanno sentito i cacciatori presenti in zona per la prova dei cani, che in questo periodo per altro sarebbe proibita. 
Grida d’aiuto che sono state udite dal paese e che provenivano dalla zona delle cave dismesse che ci sono attorno a Nuvolera.

Due le ipotesi accreditate, per ora.

La prima che un cacciatore si sia trovato per davvero in difficoltà ed abbia chiamato aiuto a gran voce per farsi sentire dai i colleghi, anche se di solito sono tutti muniti di radio e all’interno della stessa squadra sono in collegamento fra loro.

In questo caso gli avrebbero dato una mano loro stessi, poi all’arrivo dei volontari di Nuvolento, dei vigili del fuoco, dei carabinieri e dell’eliambulanza, avrebbero scelto di negare ogni addebito, anche perché la prova cani in questo periodo è proibita.

La seconda ipotesi, per certi versi più plausibile, è che le grida non fossero d’aiuto, ma rivolte a uno dei cani che si stava allontanando troppo dalla zona delle “operazioni”.

Chissà, magari si chiamava Pluto, come il famoso “collega” dei fumetti, e il richiamo a gran voce potrebbe essere stato equivocato.
Fatto sta che gli uomini del soccorso alpino, dopo essere stati portati in quota dall’elicottero ed aver perlustrato ogni angolo della montagna, sono rientrati ed hanno derubricato il loro intervento con un “falso allarme”.
 
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