«Casa Sembenotti va demolita»
di Aldo Pasquazzo
Oltre al sindaco di Sella Giudicarie Franco Bazzoli, ora lo chiede anche il consigliere provinciale Tonina che ha presentato un'interrogazione per rendere più sicuro quel tratto della statale 237 del Caffaro
Lungo la statale 237 del Caffaro, all'altezza dell'abitato di Breguzzo, transitano mediamente 7.400 mezzi al giorno e casa Sembenotti, dislocata a metà paese, rappresenta un ingombro, tanto che il sindaco di Sella Giudicarie Franco Bazzoli sta lavorando affinchè quel collo di bottiglia venga una volta per sempre eliminato.
Stavolta una buona mano la sta dando pure il consigliere provinciale Mario Tonina che ha presentato un’interrogazione utile a far sì che quel casato, a margine di una curva destrorsa, venga demolito consentendo alla principale strada di valle di essere meno pericolosa.
Numerose sono state le sollecitazioni alla Provincia autonoma di Trento da parte degli amministratori del territorio, che considerano la demolizione di casa Sembenotti e relativo ripristino dell'arteria (per la quale la Provincia ha già messo a disposizione 300 mila euro) obiettivo prioritario tra le opere di interesse sovracomunale, al punto da condividere la destinazione di parte delle risorse del Fondo Strategico Territoriale all’intervento.
“Il valore testimoniale dell’immobile, definito non eccezionale dal punto di vista artistico e architettonico e lo stato di degrado strutturale e la collocazione estremamente pericolosa sia per la pedonabilità che per il transito veicolare, in particolar modo per quello pesante, giustificherebbe, per motivi di sicurezza, la demolizione di tale edificio la cui presenza determina innumerevoli ingorghi ed incidenti”, è quanto rileva Tonina.
Il consigliere di Comano aggiunge che “tale intervento consentirebbe la rettifica della carreggiata stradale evitando altresì che ulteriori urti contro le murature perimetrali possano far crollare anche solo parzialmente l’edificio con i conseguenti effetti per la viabilità, per gli edifici limitrofi, nonché per le persone che abitano negli edifici interessati”.