Il razzismo come forma di volontà
di Dru

Siamo tutti eguali. Ma d'altronde siamo tutti diversi. Nella prima affermazione la seconda è presente. Nella seconda affermazione la prima è presente

 
È "siamo tutti" la particella che rende le due affermazioni identiche.
"Diversi" ciò che le separa.
 
Ma direi che entrambe sono cariche di errore.
L'errore è quel "rende" e quel "separa"
 
Mentre nella prima affermazione la tendenza che l'errore mostra è di voler dichiarare una eguaglianza inesistente, infatti io non sono lo stesso di te.
Nella seconda affermazione la tendenza che l'errore mostra è di voler dichiarare una differenza inesistente, infatti io sono diverso da te in quanto identico.
 
L'identità delle due affermazioni è quel "siamo tutti".
Quando "siamo tutti" , "siamo con" dunque "siamo non".
 
Nella prima affermazione la volontà è di identificare i diversi. 
 
Dunque la volontà origina dal presupposto che "siamo diversi", dove il pensiero astatto e direi distratto della particella "siamo diversi" dimentica il "siamo" e, credendo di poter separare la particella in due, ritiene "diversi" il "siamo" e il "diversi", conviene da  due dimensioni differenti che solo una forza identificativa "rende" identitaria.
(Ricordate a proposito che la resa è il fare diventare altro, è la pratica)
 
Ma se guardiamo al cuore della divisione, o separazione, quel "siamo" (diciamo così per brevità) "resta", dove anche il "resta" è foriero di errore, mentre quel "diversi" per essere diventa "nuovamente" siamo diversi. 
 
Cioè identicamente, ma non come differenze impossibili, che vanno unite dalla lingua  (cioè da sé separate, l'impossibile pensiero delle differenze, come abbiamo appena detto della differenza), ma originariamente identiche, perché il pensiero non si inganni e sia "nuovamente" distratto.
 
Il razzismo nasce da questo malinteso pensiero.
Cioè che siamo tutti eguali e siamo tutti diversi vada dimostrato.
Quando in realtà si mostra da sé che se "siamo non" significa "siamo con".
 
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