Pesticide Action Week
di red.

Coltivare biologico si può. Oltre che rendere più sano l'intero pianeta è anche remunerativo. Se n'è parlato nei giorni scorsi a Storo con gli esperti del Comitato per il diritto alla Salute giunti per l'occasione dalla Val di Non

 
La serata è stata organizzata dl Gruppo d'acquisto solidale "La Vedrina".
Il sodalizio raccoglie circa trenta famiglie della Valle del Chiese ed è un'associazione informale che ha lo scopo di acquistare prodotti biologici direttamente dai produttori, garantendo loro un prezzo equo superiore rispetto a ciò che ricevono dal conferimento alla grande distribuzione.

«Un altro scopo importante del nostro gruppo è la difesa dell'ambiente attraverso la diffusione delle buone pratiche agricole, che non inquinano nè gli alimenti nè il terreno, tanto meno provocano danni alle persone - affermano i promotori -.  Pertanto si può parlare di diffusione della cultura del cibo buono pulito e giusto».

Un centinaio le persone presenti al Convegno-dibattito sul tema dei pesticidi in agricoltura, che ha avuto luogo giovedì 4 maggio nella sala delle riunioni del municipio di Storo.
Relatori Sergio Deromedis e Livio Dolzani, del Comitato per il diritto alla salute in Val di Non,  che vantano un'esperienza ventennale e decisamente approfondita in questo settore.

Gli esperti hanno portato l'esempio della coltivazione delle mele e dell'uva in Val di Non, dove solo per le mele, perchè possano arrivare sulle nostre tavole belle da vedere, in un anno vengono fatti 27 e trattamenti.

Obiettivo del Comitato, sensibilizzare la popolazione perché l'uso di pesticidi provoca danni alla salute di chi mangia il prodotto coltivato a quel modo, ma è anche fonte di inquinamento globale perchè questi pesticidi, una volta irrorati salgono in cielo ricadono con la pioggia inquinando terra e acqua, quindi fiumi e laghi anche in zone assai lontane dalla Val di Non.
Degli studi privati, poi, avrebbero verificato la presenza di pesticidi all'interno delle case limitrofe alle coltivazioni e addirittura nel sangue delle persone.

Tnti i motivi per prestare attenzione a questo fenomeno, senza considerare che non sono mai stati condotti esperimenti scientifici per valutare le interazioni fra i diversi prodotti una volta che vengono a contatto tra di loro.

«Alla fine idea che è venuta fuori è quella che coltivare biologico si può. E si guadagna anche di più, perché vendi ad un prezzo maggiore e non spendi i soldi per l'utilizzo dei pesticidi - ci dicono dal Gas La Vedrina -, organizzeremo quindi presto un'altra serata, alla quale chiederemo di intervenire produttori anche locali che utilizzano per scelta da anni questo metodo».

«Siamo noi consumatori che possiamo cambiare il modo di coltivare, modificando le nostre scelte di acquisto.
E questo vale più di mille leggi e mille referendum contro i pesticidi». 

 
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