Dopo il rogo, l'amarezza
di Val.

Il giorno dopo, salvato lo stabile che lo ospitava, il fieno brucia ancora nel grande prato di Rivera, ad Agnosine. Intanto si indaga, per dare un nome e un volto al piromane

 
Le fiamme sono state spente, anche se quelli che prima erano una cinquantina di “balloni” di fieno ora sono una massa informe che fumerà ancora per giorni, in mezzo al prato.

Brucia ancora di fiamma viva, invece, quella brutta sensazione di essere stato vittima di un piromane e senza sapere bene il perché, col timore che questa mente malata -perché sicuramente di questo si tratta- possa provarci ancora. Armando Formenti è in questa situazione.

Quarantacinque anni di lavoro alle spalle, mai uno screzio con nessuno.

E ora avanza la paura, nel ricordo di quello che era successo a gennaio dello scorso anno a Ceresigno di Degagna, frazione montagna di Vobarno, quando all’amico Cristian, stalla e fienile erano stati bruciati tre volte.

«Ho sempre lasciato in giro le mie attrezzature agricole, nei campi di sui mi occupo per foraggiare le mie vacche, nessuno mai mi ha toccato nulla. Devo cominciare ad averne paura ora che mi avvicino ai sessanta?» ci diceva ieri, ancora sgomento, l’Armando.

Ad andare a fuoco venerdì sera era stato il fieno accumulato nel portico del fienile di Rivera, località che sta a metà strada fra Trebbio di Agnosine e la zona artigianale dei Fondi.

Ignoti, almeno per il momento
, hanno sparso del liquido infiammabile a ridosso del foraggio lungo tutto il perimetro del porticato, poi gli hanno dato fuoco. Un gesto intenzionale e vigliacco.
Armando che proprio lì vicino aveva lavorato tutto il giorno estirpando rovi, se n’è accorto che era appena arrivato a casa, a un paio di chilometri di distanza, e di corsa ha dovuto tornare sui suoi passi.

L’intervento veloce dei vigili del fuoco da Lumezzane e da Salò, unito al soccorso di tanti amici del mondo agricolo, ha evitato il peggio, cioè che ad andare distrutto fosse il fienile, vecchia proprietà della famiglia Soldi.

Della vicenda se ne stanno occupando i carabinieri di Sabbio Chiese: non è escluso che grazie alle immagini delle telecamere a circuito chiuso piazzate poche settimane fa dall’Amministrazione comunale, si possano date nome e volto al piromane.
Così come erano riusciti a farlo i colleghi di Vobarno indagando sui fatti di Ceresigno.
  
Il video su VallesabbianewsTV
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