L'architettura e perché dell'architettura
di Dru

Mah, cosa può essere il pensiero? Questa una delle prime interrogazioni che ci coinvolge quando vogliamo fare teoria

 
Teoria deriva da felix, festa, si la festa è il momento della contemplazione dell'opera, della propria opera in un contesto, perché la festa è festa se pubblica. 
Opera; e cosa può dirci l'opera che contempliamo e celebriamo della festa? 

L'opera, o lavoro, i greci la chiamano praxis, è il rapporto che lega l'uomo alla terra, il mondo che ci appare. Il mondo ci appare in trasformazione, un professore a me caro e matematico la definisce così: "siamo dati in divenire". 

Ecco dati si, ma in divenire, si dati ma in continua trasformazione; è  la natura che ci dice questo. Allora l'uomo, imitandola, la natura, la sua natura, si adopera e opera alla sua trasformazione.
 
Ma la trasformazione, il divenire, è ciò che più ci angoscia, poiché divenire significa abbandonare il "già" per il "nuovo", dove il "già" è l'essere che sta  e il "nuovo" è il non essere che avviene: il nuovo non è nuovo se non porta con sé il nulla di quello che già c'è.
Il Nulla; e cosa può dirci il nulla di cui diffidiamo e che allontaniamo nella festa?  
Il nulla non è, ma per l'avvenire e il progresso è fondamentale, senza nulla di quello che c'è non c'è progresso e non c'è avvenire.
 
La festa è contemplazione della prassi e la prassi è il dolore dell'abbandono e la speranza dell'avvenire   o divenire, che la festa guarda staccandosene, contenplandone le forme, come "immagine" di quello che si è stati e si sta per diventare.
 
L'immagine della natura non è la semplice natura, nell'immagine l'uomo trova il riparo che la natura dell'opera gli priva, che l'opera in sé e per sé non produce, essendo quel divenire che angoscia.
 
La festa,  l'immagine dell'opera, staccandosene si eleva sopra l'opera in una dimensione economica, di riparo.
 
Veniamo alla festa architettonica della casa, riparo per eccellenza.
 
L'opera per stare deve avere struttura, nella techne la struttura è l'essere che sta, la natura dell'opera è la produzione del riparo dell'essere dall'angoscia, dal non essere più che l'opera della natura obbliga a riflettere del suo più profondo significato attuale.
 
Ma il progresso, o opera,  e il loro divenire, esignono il nulla dicevamo.
 
L'arte moderna è questo significato: per il progresso delle cose tutte e delle case tutte è necessario e fondamentale il nulla di quello che c'è; e la struttura, dunque, si destruttura, e si destruttura perché è il nulla il suo fondamento, il progresso; che non significa confondersi e assimilarsi alla natura, questo che è metafisica è più della volontà antica del pensiero dominante, perché  il rimedio al nulla che erige le strutture di pensiero frena piuttosto che produrre progresso, le architetture o strutture appunto bloccano il progresso, ma che più profondamente significa che la natura non c'é, modernismo..
 
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