Un gruppo di ricercatori ottiene il permesso di organizzare una spedizione scortata da militari per scoprire cosa nasconde quest'isola misteriosa.

Una volta arrivati, verranno attaccati da un gorilla gigantesco e l'intero viaggio si trasformerà in una lotta per la sopravvivenza.

Il regista si nasconde dietro il concetto di reboot per estrapolare idee da Apocalyps Now, Jurassic Park e il celebre romanzo di Jules Verne Viaggio al centro della Terra, per citarne alcuni, e farci un bel minestrone.

La storia, dispersiva e inconcludente, non è ben definita e l'aspetto fantascientifico è usato impropriamente.
Realtà e irrealtà dovrebbero fondersi, rendendo l'irreale una cosa concreta per dare l'illusione che tutto quello che si vede sullo schermo possa avverarsi. Ma qui è l'aspetto reale a diventare surrealistico e il tutto cade quindi nel ridicolo.

In un brillante cast maschile, la scelta di Brie Larson come unica presenza femminile (insieme a Jing Tian come comparsa), non è delle più felici.
Inespressiva e distaccata, si atteggia da protagonista, ma in realtà riveste un ruolo marginale, per non dire inutile, nell'arco di tutta la narrazione; nulla a che vedere con l'elegantissima e intrigante interpretazione di Naomi Watts nel King Kong di Peter Jackson.

Unica nota intonata risulta essere la fotografia.
Destreggiandosi tra Hawaii, Australia e Vietnam, i paesaggi catturati dalle riprese sono sorprendenti; trasmettono una effettiva idea di luogo incontaminato, facendoci quasi credere che sulla Terra esista ancora qualcosa di inesplorato.

KONG: SKULL ISLAND