Botta e risposta tra M5S e Provincia
di red.

A sei anni dalla scadenza dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia), le Fonderie Mora continuano a produrre e programmano interventi. Ma vengono eseguiti? M5S "interroga" la Provincia: «Perchè non si interviene?» 


Sono giunte nei giorni scorsi le risposte della Provincia di Brescia alle richieste presentate lo scorso mese dal Deputato Ferdinando Alberti e dal Consigliere regionale Giampietro Maccabiani del Movimento 5 Stelle riguardo l’annosa questione delle fonderie Mora di Gavardo.

Nella risposta la Provincia ha comunicato che nel corso di una riunione tecnica avvenuta lo scorso mese di settembre l’azienda ha illustrato una serie di provvedimenti:

- la chiusura del capannone getti medi, area in cui le aspirazioni non risultavano sufficientemente efficaci»
- la richiesta di preventivi per un nuovo impianto di staffatura;
- un’indagine finalizzata a individuare dove concentrare gli interventi di mitigazione degli impatti (soprattutto odori);
- la redazione di una verifica di fattibilità per l’aspirazione del reparto grandi getti, il convogliamento e l’abbattimento delle relative emissioni.

«Altri aggiornamenti sullo stato dei lavori e studi di fattibilità - aggiungono in Provincia -, sono pervenuti dalle Fonderie Mora nei mesi successivi».
 
All’azienda «sono stati prescritti l’installazione di un ulteriore presidio di abbattimento a carboni attivi e la trasmissione di una relazione tecnica conclusiva con le proposte da sviluppare al fine di riscontrare le criticità e verificare il superamento dei motivi ostativi al rinnovo dell'Aia».

«Sarà una successiva riunione della Conferenza di servizi a definire il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale» conclude la Provincia. 

«Le informazioni riportate confermano quanto a più riprese denunciato dal M5S e dai cittadini esasperati dalla situazione: Le Fonderie Mora a Gavardo stanno lavorando nonostante una Autorizzazione integrata ambientale scaduta da sei anni» scrivono in una nota i pentartellati.

Che aggiungono: «La legge prevede che la procedura di rinnovo debba svolgersi in 150 giorni, concedendo nel frattempo alle aziende di lavorare con le caratteristiche autorizzate con l’AIA precedente. La Provincia di Brescia, non solo ha lasciato trascorrere i 150 giorni, ma ben 6 anni! oltre 2000 giorni».

«Questo è inaccettabile! Perché la provincia non interviene? Avrebbe già dovuto archiviare il procedimento e sanzionare l’azienda; perché non lo ha ancora fatto?».
 
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