Gavardo, l'Istituto comprensivo mette l'alunno al centro
di Federica Ciampone

Inauguriamo il nostro viaggio all’interno degli Istituti comprensivi della Valle Sabbia con un’intervista alla prof.ssa Maurizia Di Marzio, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “G. Bertolotti” di Gavardo


L’istituto comprende la scuola secondaria di primo grado “G. Bertolotti” di Gavardo, la scuola primaria “mons. Ferretti” di Gavardo e le scuole primarie di Sopraponte, Soprazocco, Muscoline e Vallio Terme, con un totale di 1.160 alunni, suddivisi in 58 classi, con 110 docenti.

Cosa si intende per ‘patto di corresponsabilità educativa’ e come viene applicato nel suo istituto?
“Si tratta di uno strumento pattizio introdotto per far comunicare efficacemente tra loro gli attori responsabili del processo educativo dei ragazzi: la scuola, il territorio e le famiglie. Non si tratta di una mera dichiarazione statica, ma di uno strumento educativo in continua evoluzione, in linea con l’obiettivo di porre l’alunno al centro del processo formativo”.

In cosa consiste esattamente questa centralità dell’alunno all’interno dei processi educativi?
“Mettere l’alunno al centro implica un cambio di cultura profondo. Si incorre spesso nell’errore di dichiarare questa centralità senza poi metterla in pratica: il rischio di sostituirsi ai propri alunni e di trattarli come semplici ‘contenitori di nozioni’ è sempre dietro l’angolo. Proprio per non cadere in questi errori la proposta formativa deve prevedere molte attività condotte con metodologie laboratoriali, che aiutino lo sviluppo di determinate competenze e garantiscano la formazione di uno spazio adeguato e personale in cui l’alunno abbia la possibilità di crescere in autonomia. Abbiamo coinvolto i genitori in questo processo e la risposta è stata molto positiva; ci aiuta anche la presenza di un Comitato Genitori molto attivo che ci affianca e fa da tramite tra la scuola e le famiglie. Nell’ottica della compartecipazione e della corresponsabilità abbiamo istituito anche un piccolo comitato studentesco: si tratta di un gruppo di ragazzi, eletti all’interno delle classi, che si prendono cura ‘dal basso’ delle problematiche della scuola, imparando ad assumersi le proprie responsabilità e a dare voce personalmente alle proprie esigenze”.

L’offerta formativa prevede progetti di supporto per i disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) ?
“La centralità della persona richiede una condivisione importante delle linee educative: per questo abbiamo scelto di rivolgerci ad alcune figure interne già formate per rispondere alle esigenze dei ragazzi con Dsa tramite un apposito sportello di consulenza aperto sia ai genitori che ai docenti. Si tratta di un passaggio necessario per rendere la ‘didattica speciale’ una didattica ordinaria: speriamo che in futuro non ci sia più bisogno di certificazioni e che la diagnosi di questi disturbi diventi semplicemente un punto di partenza nel processo di apprendimento”.

Quali sono gli altri progetti attivi?
“Ne abbiamo moltissimi. Il progetto Life skills, per esempio, attivato in tutte le classi prime della scuola secondaria in collaborazione con l’ASL. Abbiamo poi il progetto Educhange, che consiste nell’utilizzo dell’inglese come lingua veicolare di alcune lezioni, in linea con l’obiettivo di costruire una didattica per competenze. L’anno scorso abbiamo ottenuto l’attestato di ‘scuola amica’ da parte dell’Unicef e in quest’ottica abbiamo attivato una serie di progetti legati all’attenzione alla persona: un progetto sull’educazione alimentare, uno sull’educazione all’affettività e un progetto sui diritti umani. Ci sono poi i progetti musicali, gestiti in buona misura dai nostri docenti dell’organico del potenziamento, e il progetto metascuola, che consiste nell’apertura pomeridiana della scuola per offrire ai ragazzi dei laboratori; quest’ultimo progetto è possibile grazie all’erogazione dei fondi per il diritto allo studio da parte del Comune di Gavardo. Abbiamo poi un laboratorio di recupero linguistico e logico-matematico - aperto un pomeriggio a settimana - per aiutare alcuni bambini, selezionati in base alle specifiche esigenze, a recuperare lo svantaggio attraverso un potenziamento cognitivo”.

Qual è il rapporto del suo istituto con le nuove tecnologie?
“Crediamo che la tecnologia rappresenti un aiuto alla formazione della persona e che non debba essere percepita come un ostacolo insormontabile. I docenti che hanno poca familiarità con i nuovi strumenti tecnologici verranno accompagnati, tramite corsi specifici, in un percorso personalizzato al fine di imparare a considerare la tecnologia come un innovativo aiuto alla didattica”.

Chi desiderasse approfondire la conoscenza dei progetti, dell’offerta formativa e delle attività didattiche dell’Istituto comprensivo di Gavardo può visitare il sito internet.
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