Le Comunità montane al Pirellone
In un incontro tra i rappresentanti delle Comunità montane bresciane e i funzionari della Regione un’indicazione importante è comunque emersa: il Pirellone intende legiferare, come suo dovere, sul tema degli enti montani.

Un incontro interlocutorio. Come era scontato. Eppure nel meeting di ieri tra i rappresentanti delle Comunità montane bresciane e i funzionari della Regione un’indicazione importante è comunque emersa: il Pirellone intende legiferare, come suo dovere, sul tema degli enti montani, ma lo farà senza «subire» in modo passivo quanto stabilito dalla Finanziaria.

A confermarlo è Fabio Ferraglio, presidente della Comunità montana di Valle Trompia e membro della Giunta regionale dell’Uncem. Ieri, insieme a lui, erano presenti a Milano i «colleghi» Sandro Bonomelli (Valcamonica), Ermano Pasini (Valsabbia) e Angelo Zanotti (Sebino), con l’Alto Garda unico assente. Come interlocutori si sono trovati davanti alcuni funzionari, impegnati a tastare il terreno per capire con quali spazi di manovra il Pirellone potrà muoversi.

«Quello di ieri - spiega Ferraglio - è da considerarsi come il primo passo di un giro di consultazione che la Regione sta attivando. Da quanto ci è stato possibile capire non dobbiamo attenderci una semplice assunzione dei principi stabiliti in sede di Finanziaria. La Regione ha intenzione di legiferare autonomamente e di farlo entro i termini stabiliti». Trattandosi di una finestra temporale piuttosto stretta (la normativa andrà emanata entro il 30 giugno) è presumibile che l’iter avanzerà a tappe serrate: «Di certo - conferma Ferraglio - non passerà molto prima del prossimo incontro dove, probabilmente, avremo qualche conferma in più».

Intanto i funzionari della Regione hanno assegnato... «i compiti a casa» alle Comunità montane bresciane. «Dopo aver anticipato già a voce quelle che possono essere le nostre specificità a livello di esperienze maturate sul territorio - conferma il presidente dell’ente triumplino - ci è stato chiesto di fornire indicazioni più dettagliate su quei servizi che eroghiamo sostituendoci ai Comuni, ovvero su quelle forme di gestione associata con cui solleviamo da alcuni oneri aree più svantaggiate».

Per nulla intenzionato a sbilanciarsi su quelli che saranno gli orientamenti normativi regionali («è davvero prematuro parlarne»), Ferraglio assicura una certa unità di intenti tra le Comunità montane del nostro territorio. «Siamo consapevoli dell’importanza che i nostri enti rappresentano. La capacità che abbiamo dimostrato e dimostriamo nella gestione di servizi importanti è il fiore all’occhiello di quello che è il nostro impegno per creare economie di scala e per aiutare le zone in difficoltà». Precisazione che sembra scacciare ogni generalizzazione che vede gli enti montani, e come loro tanti altri, accusati di causare preoccupanti emorragie alle casse dello Stato. «Semmai - conclude Ferraglio - siamo un esempio di come ottimizzare le risorse. Speriamo di avere una legge equa». Il primo round con la Regione si è dunque chiuso in pareggio. Ma non è certo stato quello più duro. Il match è ancora piuttosto lungo.

Rosario Rampulla
da Giornale di Brescia
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