Sconto di civiltà
Ha destato qualche scalpore la notizia che un ristoratore di Padova abbia applicato 13 euro di «sconto bambini educati» (così recita lo scontrino) a una tavolata di clienti della domenica


Ne ha destato almeno altrettanto la scoperta che esisterebbero bambini in grado di stare a tavola per ore senza lanciare urla e posate sui commensali più vicini e senza trasformare i bagni del ristorante in un corso d’acqua navigabile.

Pare che i silenziosi piccoli alieni non avessero neppure un computer per i videogiochi e riempissero il tempo tra una portata e l’altra colorando fogli di carta con dei pennarelli.

Invece di chiamare un assistente sociale o almeno un hacker di Putin che li ammaestrasse alle gioie della modernità, il ristoratore ha premiato i genitori con lo sconticino di cui sopra, lanciando quella che potrebbe diventare una moda.

Per restare ai fatti e ai fattacci di questi giorni, perché non praticare uno sconto sulle tasse agli studenti dell’università di Bologna che entrano in biblioteca con la provocatoria intenzione di studiare, anziché per spacciare droga e fare i propri comodi minacciando chi la pensa diversamente?

E perché non offrire un biglietto di ingresso ridotto ai turisti stranieri che si esimono dal lasciare tracce a volte indelebili del loro passaggio, come invece ha appena fatto la vigilessa francese che ha inciso il suo nome sui mattoni del Colosseo (e che a casa sua — sia detto per inciso — si sarebbe multata senza pietà)?

Resta la politica, ma lì tra gigli magici e raggi tragici è meglio non dare nulla per scontato.
 
di Massimo Gramellini - da "Il caffè" sul Corriere della Sera
 
170214_gram.jpg