Nestore, i 98 anni del «maister» di fucina
di Giancarlo Marchesi

Nestore Zanetti, uno degli ultimi maestri di fucina valsabbini, compie quest’oggi 98 anni. Festeggerà la ricorrenza nella sua piccola ma accogliente casa di Promo (Vestone), in compagnia della figlia Nadia, del genero Dino, dei due nipoti e dei pronipoti.

Nestore Zanetti, uno degli ultimi maestri di fucina valsabbini, compie quest’oggi 98 anni. Festeggerà la ricorrenza nella sua piccola ma accogliente casa di Promo (Vestone), in compagnia della figlia Nadia, del genero Dino, dei due nipoti e dei pronipoti.

Nativo di Malpaga di Casto, ancora ragazzo, all’età di 13 anni era già impiegato in una delle numerose fucine che all’epoca punteggiavano il territorio del Savallese. Crescendo, tanto dal punto di vista anagrafico quanto sotto il profilo professionale, seppe conquistarsi la stima e la fiducia dei compagni di lavoro. Percorse tutte le tappe della gerarchia lavorativa: da semplice «putì de la stanga», addetto alla regolazione del flusso d’acqua che muove la ruota del maglio, diventò «maister», maestro di fucina.

Poco più che ventenne, lasciò Casto per andare a cercare fortuna a Brescia. Come molti artigiani delle nostre valli, portò il suo sapere pratico, legato all’antica arte del ferro, al servizio della grande industria metallurgica bresciana. Negli anni Trenta lavorò alla Ferretti & Martin: era uno dei collaboratori che nell’azienda di San Bartolomeo forgiavano, con l’ausilio di due magli ad acqua, attrezzi agricoli. In quel periodo Nestore tornava in famiglia a scadenze fisse: due volte al mese risaliva in sella alla sua bicicletta le ripide Coste di Sant’Eusebio, la strada che da Brescia porta in Valsabbia.

Dopo la parentesi della Seconda guerra mondiale, lavorò nella fucina Bottazzi, a San Bartolomeo, alle porte della città. Negli anni Cinquanta tornò a svolgere la sua mansione professionale a Casto, nella fucina dei fratelli Mario ed Eligio. In quella officina Nestore trascorse interi decenni a produrre con impegno e tanta fatica picconi e altri attrezzi per l’edilizia e l’agricoltura.

A distanza di tanti anni è ancora molto legato al suo lavoro. Non a caso, nell’aprile scorso ha voluto essere presente all’inaugurazione dell’esposizione museale ricavata dall’amministrazione di Casto in quella stessa fucina (delle Moie) che per lunghi anni lo aveva visto assoluto protagonista al maglio.
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