Odolo, una comunità aperta
di Cesare Fumana

Iniziamo un tour delle parrocchie della Valle Sabbia per conoscere dalla voce dei parroci com’è inserita la Chiesa nel territorio e l’evoluzione che sta vivendo con le Unità pastorali. Partiamo da Odolo, con don Gualtiero Pasini, parroco anche di Gazzane di Preseglie e Binzago di Agnosine


Incontriamo nella casa canonica di Odolo don Gualtiero Pasini, da cinque anni alla guida della parrocchia di San Zenone e delle parrocchie di Binzago e Gazzane, nonché coordinatore dell’erigenda Unità pastorale della “Conca d’Oro”, che comprende anche le parrocchie di Agnosine, Preseglie, Bione Pieve e Bione San Faustino.

Don Gualtiero, quali sono le attività principali delle parrocchie che segue?

«Le attività principali sono quelle legate alla missione propria della parrocchia: ovvero la liturgia, la catechesi e la carità.
Quest'anno la parrocchia di Odolo festeggia il 350° di fondazione e alcune celebrazioni cerchiamo di renderle più curate. Inoltre nei “tempi forti” di Avvento e Quaresima viene proposta la Lectio divina».

Qual è la frequentazione alla Messa domenicale?
«Questo è un po' il tasto dolente nella vita della parrocchia e delle parrocchie in generale: si attesta intorno al 20-25% dei fedeli. Anche le Messe dei giorni feriali sono sempre meno frequentate e quando viene a mancare una persona anziana non c'è nessuno che prende il suo posto».

Come si svolge l’attività di catechesi?

«Per quanto riguarda la catechesi, proponiamo il cammino dell'iniziazione cristiana, con gruppi piccoli con due catechisti, e proseguiamo con incontri fino ai giovani della quarta e quinta superiore.
A questo si aggiunge la catechesi battesimale per i genitori in vista del battesimo dei figli e, come detto, la catechesi per gli adulti con la Lectio divina.
Ma momenti di catechesi vengono offerti anche in occasione di vari tipi di celebrazioni, come la Via Crucis in Quaresima.
Fra questi rientrano ad esempio anche le iniziative per il 350°, come i due pellegrinaggi a Verona presso la Basilica di San Zenone: il primo con un gruppo di persone della terza età e l’altro, a gennaio, con il gruppo “Betlemme”, con i bambini e i genitori del primo anno del catechismo».

Qual è l’attenzione verso le persone e le famiglie in difficoltà?
«Per quanto riguarda il settore della carità, nella nostra parrocchia è attivo da molti anni un gruppo Caritas, che considerato un fiore all'occhiello per l'intera diocesi; è collegato con il Centro Caritas di Vobarno, di cui io sono il rappresentante legale. Ogni mese viene proposto un momento di formazione per questo gruppo, composto principalmente da donne».

«Con i ministri straordinari dell'Eucaristia, mensilmente viene portare la comunione agli ammalati e due volte a settimana viene celebrata una Messa presso la Casa di riposo, dove siamo sempre ben accolti e dove in occasioni particolari vengono svolte anche delle celebrazioni per tutta la comunità come la Giornata mondiale del malato dell’11 febbraio e la funzione delle 15 del Venerdì Santo».

Quali sono le attività dell’oratorio?
«L'oratorio, oltre ad ospitare gli incontri del catechismo, è un luogo aperto anche ad associazioni del territorio, in particolare alle squadre di calcio e a una scuola di danza».

C’è attenzione per l’attività missionaria?
«Nella nostra parrocchia l'attività missionaria viene organizzata in collaborazione di due gruppi attivi già da anni: il Grand Baobab che si occupa di iniziative per il Mali e un'altra associazione è legata al Kenya».

Lei è anche coordinatore dell’erigenda Unità pastorale della Conca d’Oro. A che punto siete?
«Siamo ancora in una fase di preparazione. Abbiamo già percorso alcune tappe preliminari, come la mappatura delle realtà delle sette parrocchie ed abbiamo già iniziato ad organizzare iniziative in comune.
Ad esempio in Quaresima e in Avvento ci ritroviamo, di volta in volta, nelle varie parrocchie il lunedì sera tutti insieme, con tutti i sacerdoti. Anche nell’ambito della pastorale giovanile, che è seguita in particolare dal parroco di Agnosine, don Pietro Chiappa, sono già state organizzate diverse iniziative comunitarie: ad esempio le gite del Grest sono state svolte tutti insieme, lo stesso per quanto riguarda il campo estivo e il campo invernale, così come la partecipazione alla Giornata mondiale della gioventù l’estate scorsa a Cracovia.
Anche nell'anno giubilare abbiamo organizzato dei pellegrinaggi a livello di unità pastorale, fra l’altro molto partecipati».

Odolo è un paese dove c’è una presenza consistente di immigrati provenienti da paesi musulmani. Com’è il rapporto con le persone di altre religioni?
«Direi buono. Personalmente ho un ottimo rapporto di amicizia con l’Imam di Vobarno e nella nostra parrocchia è attiva la Commissione mondialità che ogni due mesi si incontra con l'Associazione Luce, un sodalizio di persone marocchine, il gruppo più numeroso degli stranieri presenti a Odolo, e nell’arco dell’anno vengono organizzati eventi che coinvolgono l’intera popolazione».

Che differenze ha notato a Odolo rispetto alla parrocchia cittadina in cui era prima?
«Sicuramente la città offre più opportunità, anche in termini di iniziative e di incontri di formazione con il Centro Paolo VI; nella realtà di paese c'è più spirito comunitario, si sente di più l'appartenenza».

Come sono i rapporti con le amministrazioni locali?
«Con i sindaci e le amministrazioni comunali c’è una buona collaborazione. Mi sembra che tutti e tre i sindaci delle parrocchie in cui opero siano attenti ai bisogni dei loro concittadini, e da parte loro la parrocchia è considerata un’entità importante con cui confrontarsi e collaborare».

Ringraziamo don Gualtiero per la sua disponibilità e per averci fornito una panoramica della vivace realtà della comunità odolese e delle altre due che segue.


170131Don_GualtieroPasini.jpg