La propensione ad investire dei comuni valsabbini
di Valerio Corradi

Negli scorsi anni, quali sono stati i comuni valsabbini che hanno investito di più per sviluppare il proprio territorio con progetti pubblici a lungo termine? Vediamo cosa dicono i dati dei bilanci comunali

 
Il livello di vitalità di un sistema socio-economico si misura anche sulla base degli investimenti pubblici che vengono in esso promossi. 
 
Per rilevare la propensione di un comune ad investire viene spesso utilizzato un parametro che misura la parte di spesa che il comune decide di dedicare a progetti di lungo termine per lo sviluppo del territorio, ovvero le spese in conto capitale nelle quali voci importanti sono, ad esempio, l’acquisto di immobili, la realizzazione di infrastrutture e l’attuazione progetti nel medio e lungo periodo. 

Il valore dell’indicatore è calcolato in percentuale sulla media degli ultimi tre anni tramite la formula: Spese in conto capitale (Titolo II) / Spese correnti (Titolo I) * 100 (media ultimi tre anni).
 
Facendo riferimento alla piattaforma nazionale bilanci comunali e ai bilanci consuntivi in essa depositati (anno di rif. 2014 e precedenti) possiamo notare che la graduatoria dei comuni valsabbini con la maggiore propensione ad investire era, tra fine 2014/inizio 2015, così costituita:
 
 
Precisando che più alto è il valore percentuale, più elevata è stata la propensione del comune ad investire, si può poi osservare che nella fascia dei comuni tra 5-10 mila abitanti Prevalle ha fatto registrare 14,40%, Villanuova s/C 15,16% mentre Vobarno 9,77%.
Nella fascia sopra i 10mila abitanti Gavardo si è attestato a 22,05%
 
I dati analizzati mostrano una buona propensione a investire di alcuni dei comuni anche piccoli dell’area valsabbina.
Tuttavia, più in generale, la quota di spesa che i comuni hanno destinato a opere pubbliche e infrastrutture si è ridimensionata negli ultimi dieci anni.

Prima di tutto ciò è dovuto ai vincoli imposti ai bilanci degli enti locali (cfr. patto di stabilità) che ha portato a diminuire le spese in conto capitale.
Dall’altra parte la stessa recessione economica ha posto un freno ad azioni di sviluppo che nel recente passato sarebbero state promosse con maggiore convinzione e facilità.

Non rimane che attendere i dati di bilancio più recenti per capire se vi è stata un’inversione di tendenza anche alla luce dell’allentamento del patto di stabilità e dell’attività di alcune nuove amministrazioni comunali. 
 
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