L'ultimo affettuoso abbraccio a Tano
di Cesare Fumana

Tanti gavardesi e tante persone che lo hanno conosciuto nei molteplici impegni della sua vita hanno assiepato ieri la chiesa parrocchiale di Gavardo per l’ultimo saluto a Gaetano Mora


Un corale ultimo abbraccio quello tributato ieri a Gavardo ai funerali di Gaetano Mora, per tutti semplicemente Tano. Tanta gente non solo di Gavardo, perché Gaetano Mora era conosciuto e stimato ben oltre i confini del suo paese.

Tanti i sacerdoti, quasi una ventina quelli sull’altare per la celebrazione del rito funebre, presieduto da don Dario Guerra, sacerdote bresciano fidei donum da 35 anni in Argentina, cugino della moglie e suo amico personale, affiancato dal parroco don Italo e dal gavardese mons. Cesare Polvara, provicario generale della diocesi di Brescia, da altri sacerdoti gavardesi, gli ex parroci ed ex curati di Gavardo, Sopraponte e Soprazocco, e i padri Piamartini, a testimoniare la vicinanza che Gaetano ha sempre avuto con la Chiesa e i suoi pastori.

E proprio don Dario nell’omelia ha ricordato come la sua vita e il suo agire si sia sempre ispirato ai valori e ai principi del Vangelo: «Gaetano – ha detto – è stato il terreno fertile della parabola del seminatore. Testimone di una fede declinata con le opere, spendendosi per gli altri in vari campi: nel lavoro, come imprenditore, nelle svariate attività parrocchiali delle quali si è sempre occupato, in particolare con i giovani, al suo impegno sociale e politico, con rapporti sereni e costruttivi».

Ha concluso citando un pensiero di don Tonino Bello, ripreso di recente anche da Papa Francesco, che calza a pennello sulla figura di Gaetano: “Chi non vive per servire, non serve per vivere”. E la sua vita è stata al servizio di tanti.

È toccato poi a don Giacomo Bonetta, già parroco di Gavardo, su invito dell’attuale parroco don Italo, tracciare un commosso ricordo a nome della parrocchia: «Già dal momento del mio ingresso – ha ricordato – mi era parso come un cristiano del popolarismo cattolico, un figlio del Concilio, vicino alla Chiesa ma anche capace di uno scontro sincero per visioni diverse con noi sacerdoti, espresso da chi ama profondamente la sua comunità».

Anche don Angelo Nolli, parroco di Sopraponte, ha ricordato le comuni origini soprapontine e la vicinanza mantenuta anche con la parrocchia di origine, ringraziandolo anche per il sostegno per la Colonia di monte Magno.

Oltre al mondo della parrocchia, si è notata la presenza di tanti amministratori locali che hanno condiviso con lui la guida delle amministrazioni valsabbine negli anni scorsi, colleghi imprenditori, gli attuali e gli ex operai della Tecmor, gli amici e i ragazzi del Gs Gavardo, la società ciclistica a cui è sempre stato legato, i fanti, gli ex alunni Piamartini, l’intera amministrazione comunale, con il gonfalone scortato dal vicesindaco Sergio Bertoloni.

Il vicesindaco e gli altri ex sindaci di Gavardo, Gabriele Avanzi, Gian Paolo Mora, Gian Battista Tonni, hanno scortato il feretro nel tragitto fino al cimitero. Qui Bertoloni ha pronunciato il saluto dell’amministrazione comunale, nel quale ha ricordato anche l’offerta alla famiglia della tomba nella cappella dei personaggi illustri del paese, declinata dalla moglie, ringraziando per il gentile pensiero, per adempiere al desiderio del marito di essere sepolto nella nuda terra.

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