Anfo attende
di Val.

Nonostante le ripetute promesse al sindaco di Anfo i profughi al Tre Casali ci sono ancora tutti. Smentite invece le voci che indicavano 18 nuovi arrivi in quel di Vobarno

 
«Non riesco a capire: prima mi assicurano che entro metà dicembre ne sarebbero andati via la metà, poi il temine slitta ai primi di gennaio, in realtà ancora non si è mosso nulla e di profughi al “Tre Casali” ce ne sono ancora 47».

Umberto Bondoni, sindaco di Anfo, dice che ha sempre voluto fidarsi di ciò che gli veniva assicurato direttamente dal prefetto:
«Qui però mi sa che sarò costretto a cambiare idea – aggiunge -. Abbiamo sempre detto di essere disposti a fare la nostra parte nell’accogliere questi sfortunati, ma con numeri gestibili, certo non col 10% della popolazione».

Anfo insomma, se da una parte fa le prove generali di integrazione, tirandosi in canonica a mangiare panettone e a bere vin brulè quei profughi che si sono presentati alla messa di Natale; dall’altra teme che il numero eccessivo di presenze al Tre Casali, a lungo andare, possa provocare una situazione ingestibile.

Tranquilla invece la situazione a Vobarno, dopo le voci che davano 18 nuovi arrivi fra quelli spostati dal “resort” di Desenzano:
«Ce ne sono 12 in via Cesare Battisti, 4 in Degagna e 6 in via Ardiccio Ferrari. Una ventina in tutto, gli stessi che c’erano nelle scorse settimane, non uno di più – ci ha detto ieri il sindaco Beppe Lancini -. Quella voce per fortuna si è rivelata falsa. Forse si è diffusa per il fatto che la cooperativa Agri-Scar si occupa sia dei profughi di Desenzano sia di quelli di Vobarno».

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