Un percorso letterario sulla follia
di Cesare Fumana

Scegliere un tema e affrontarlo da vari punti di vista, con un approccio multidisciplinare. Con questa modalitŕ la Commissione cultura del Comune di Gavardo propone al pubblico delle serate sul tema della folli.

Scegliere un tema e affrontarlo da vari punti di vista, con un approccio multidisciplinare. Con questa modalitĂ  la Commissione cultura del Comune di Gavardo, presieduta da Mara Maruelli, propone al pubblico delle serate sul tema della follia con degli esperti di vari settori che lo sviluppano secondo la loro esperienza professionale.

Il ciclo d’incontri ha avuto inizio questo martedì, nell'auditorium "Zane", con “La follia in letteratura”. A illustrare questo tema nella storia della letteratura la professoressa Carla Boroni, docente di Letteratura presso l’Università Cattolica di Brescia, che ha presentato la follia seguendo due schemi: quello tematico e quello cronologico.
Per il primo ha individuato la follia reale, come l’Orlando furioso dell’Arioso, dove la follia nasce da un’azione amorosa, un topos della letteratura italiana. Altro tema la follia simulata, come nell’Amleto, oppure la follia legata alla fantasia, all’oniricità, come nel Don Chisciotte di Cervantes; un’altra tematica può essere quella della follia come ribellione ed estraneità, come nell’Enrico IV di Pirandello, ed infine la follia come insulto sociologico/psicologico, vale a dire far passare dei personaggi per pazzi, presente in molta letteratura definita spesso “femminista”, come in diversi romanzi della Maraini, della Cardella, ecc.
L’approccio cronologico, invece, ha permesso al pubblico di constatare come il tema della pazzia sia affrontato nell’arco di tutta la storia della letteratura o quasi, a cominciare da quella romana dove è legato all’amore come furore, passando per il medioevo, dove si va dalla follia come esaltazione religiosa al pazzo della poesia giullaresca. Non poteva mancare l’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, dove la pazzia non è che l’altra faccia della razionalità. Il secolo dei lumi è l’unico periodo dove questo tema, troppo irrazionale, non viene trattato, ma nell’ottocento ritorna in vari filoni, nel Verismo o negli Scapigliati, dove l’alterazione era dovuta all’uso e all’abuso di oppio. Per non parlare poi di Pirandello che ha scandagliato la pazzia in tutti i suoi aspetti.
Un discorso a parte è stato fatto per degli archetipi veri della follia, cioè persone pazze davvero come Nietzsche, Dino Campana, per giungere ai giorni nostri con la poetessa Alda Merini, che la Boroni conosce di persona, una donna che ha sofferto molto, ma che ha prodotto versi sublimi.
Nel corso della serata il compito di presentare alcuni brani e poesie è stato affidato alla lettrice Erika Fappani.
È stata l’occasione per riscoprire autori noti e far nascere la curiosità di leggerne altri.

Martedì prossimo la serata avrà per titolo “La follia in criminologia” e sarà presentato il libro “La leonessa che uccide”, Omicidi ed altri crimini nel territorio di Brescia,  del criminologo Carlo Alberto Romano, in cui compaiono, fra gli altri, scritti di Marcello Zane, gavardese, noto scrittore e studioso di storia locale.

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