Pedopornografia, c'è anche un valsabbino
di redazione

Ci sono quattro bresciani e fra questi un valsabbino ed un salodiano, fra le persone denunciate nei giorni scorsi dalla polizia postale con l'infamante accusa di pedopornografia. L'inchiesta è stata coordinata dalla procura di Firenze


L'inchiesta ha portato all'arresto di 5 persone in flagranza in varie città italiane (Arezzo, Roma, Ferrara e Venezia). 
Trenta le persone denunciate, 44 le perquisizioni effettuate dalla Polizia Postale, che grazie alla legislazione vigente ha potuto utilizzare falsi profili e portare avanti l'inchiesta anche sotto copertura.
 
Sono oltre 10mila i video pedopornografici scaricati dai 44 soggetti italiani, e altri 120 europei, statunitensi e dell'America Latina, ritraenti soggetti minori anche sotto i 10 anni.
 
Coinvolte persone di tutti i ceti sociali, in maggiornaza tra i 30 e 50 anni, ma ci sono anche quattro pensionati.
Le perquisizioni sono state effettuate in Toscana, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia.

L'inchiesta è partita dalla denuncia, nel 2015, di un cittadino livornese che, scaricando musica tramite un programma di file sharing si era ritrovato sul computer un video pedopornografico.
 
In provincia di Brescia sono state denunciate 4 persone residenti a Adro, Villanuova sul Clisi, Salò e in città.
Nei loro computer sono stati rinvenuti decine di file, tra foto e video, che sarebbero stati scaricati dal "deep web" ossia dalla parte "nascosta" delle rete internet.

Si tratta di tre incensurati e di una persona già nota alle forze dell'ordine per episodi analoghi ma «nessuno di questi ci risulta abbia attività lavorative a contatto con minori - spiegano gli investigatori - e neppure abbiamo evidenze che abbiano avuto incontri reali». 

.fonte Giornale di Brescia

 
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