Demi Zontini, 70 anni con lo scalpello
di Aldo Pasquazzo

Da garzone di bottega a mobiliere: è la storia di Demetrio Zonti, di Storo, che ancora oggi si dedica con passione alla lavorazione del legno


Demetrio (Demi) Zontini ha 86 anni e anche attualmente, dentro il laboratorio di famiglia, tutti i giorni risulta essere alle prese con arnesi da falegname.

Indossa sempre quel consueto grembiule di colore blu utile a ripararlo dai truciolati. Dentro quel medesimo stanzone, dislocato nel retro del punto vendita di Cà Rossa, lui, appiccicato alla lama elettrica, taglia e rimodella i suoi capolavori.

La sua realtà imprenditoriale dislocata su più piani in questi giorni si appresta a festeggiare i 70 anni di attività.

Dentro c'è di tutto e quando serve sono sempre i Zontini a rimodellare il mobile. Nell'occasione offerte convenienti tant'è che anche la casa di famiglia del vescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, a Giustino, sarà nei prossimi giorni arredata con mobili provenienti dall’emporio di Demetrio e figli.

"Al momento, considerato che siamo a Storo, paese di farina e polente, da pensionato produco in maniera hobbystica taglieri, trise e porta gioie ricavate in legno di olivo. Un contenitore - sempre parole sue - spesso a forma di cuore che viene realizzato in cinquanta ore di paziente lavoro a mano che, tradotto in costi effettivi, equivalgono a 2 euro ogni 60 minuti di lavoro".

Demetrio è uno che si è fatto da solo: un tempo lo affiancava il fratello Bepi; poi, alla fine degli anni 70, ha messo assieme un Centro Arredi dove nel tempo hanno trovato posto come affittuari altre sette realtà, compresi bar e ristoranti. Assieme a lui ora ci sono i figli Pierantonio e Lorenzo, che con ruoli diversi portano avanti la realtà di famiglia.

"Il mio maestro falegname - racconta - è stato Livio Giovanelli (papà di Maria) che a quei tempi era considerato un vero artista. Era un artigiano in grado di creare in una settima un completo casa. Erano anni in cui si lavorava anche dieci ore al giorno, sabato compreso. Poi il referente dell'epoca non solo sapeva usare attrezzi e ricavare mobili, ma insegnava. Quando sbagliavi tornava ad invogliarti di nuovo fin tanto non avevi imparato a fare bene e tutto da solo".

"A 17 anni - torna a dire Demetrio - ho iniziato in proprio quando ancora non avevo tutti gli arnesi necessari per creare mobili. Nel 1954 un primo capannone e un anno dopo, sempre all'altezza di Via Battisti, sono riuscito ad affiancare un punto vendita. Da me sono transitati ragazzi approdati appena finito l'ultimo anno di scuola, a cui la voglia di imparare non mancava. In quel periodo, poi, quelli stessi garzoni sono diventati dei bravi artigiani".

È il caso di Gianbattista Zontini che ora è andato in pensione e che in quarant'anni di attività si è assentato forse dieci giorni dal lavoro per malattia. Poi Riccardo Pezzarossi e i fratelli Brugnoni in primis.

Erano gli anni del boom, quando molte famiglie rinnovavano cucine e salotti, ma dove nel contempo nelle case entravano i primi elettrodomestici, tv e radio compresi.

Ma la svolta dei Zontini è riconducibile ad arredi realizzati su misura dentro ristoranti ed esercizi pubblici. Dall'Ideal dei Bottamedi, a Sarche, ad altre strutture di Andalo, sino all'albergo - caffè Centrale di Storo, dove il tutto a distanza di anni risulta ancora rigorosamente "griffato" Demetrio Zontini.


In foto Demetrio (Demi) Zontini
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