I Zeloti conquistano la città
di Luca Galvani

Ci voleva una giornata uggiosa d’autunno per consacrare il meritato successo della compagnia di teatro dialettale di Sabbio Chiese "I Zeloti", ospiti al "Us da le as - El piasér del Dialèt" al Villaggio Sereno 


Dopo le festanti rappresentazioni estive nelle piazze e cortili del paese di origine, e tanti applausi nell’oratorio di Collio di Vobarno a settembre, la compagnia è stata invitata a partecipare, domenica 23 ottobre, alla Stagione del Teatro Dialettale 2016-2017 del Comune di Brescia, chiamata "Us da le as - El piasér del Dialèt" organizzata presso il Teatro Sereno dell’omonima località.

Emozione alle stelle per tutti.
Non solo perché si è varcata la soglia della città, quanto anche per il fatto che, con questo invito, ufficialmente la Compagnia, nata in occasione delle Feste Decennali del 2012, viene ora legittimata fra il novero dei rappresentanti del dialetto bresciano, dei testimoni di un passato fatto di tradizioni tanto care a chi ora porta i capelli bianchi.

"’Na sira d’estat, en ‘de n’era, sòl prat …varda te, i zeloti ie tùrna che" è il titolo della rappresentazione portata in scena, ideata e prodotta interamente (testi, canzoni, poesie, balletti, filmati animati) dagli stessi partecipanti, in primis dal maestro Fulvio Scalvini. 

Teatro colmo e pubblico delle grandi occasioni
attento a carpire ogni novità di un format diverso.
Non la solita commedia, ma una miscela di note musicali, di scenette, di balli e di poesie con un unico filo conduttore: il dialetto. Vi era timore di non riuscire a trasmettere le stesse emozioni e gli stessi sentimenti che si sapeva aver passato al pubblico nostrano nei nostri cortili, nelle nostre valli.
In città sarà diverso, sono più rigorosi … più pignoli ...” si diceva dietro le quinte.

Ebbene, ci si sbagliava. 
Ogni scenetta, ogni balletto, ogni poesia, ogni canzone era un sussulto di passioni, ma anche di risate.
Lo dicevano, guardando questa scenetta, gli occhi lucidi degli spettatori,nel rivivere assieme i ricordi di un infanzia trascorsa nelle aie delle cascine o nei prati, a raccogliere fieno.

Lo provavano, sentendo quella canzone, le sonore risate degli uomini attempati che rivedevano i propri nonni intenti a cantare o bere vino nelle osterie sotto casa. Si sentiva, ascoltando quella poesia animata, gli applausi delle donneche si rivedevano nelle antiche mansioni di lavandaia alle fontane in piazza.
Qualcuna poteva essere anche claudicante, ma irresistibile era il richiamo della fisarmonica che aveva allietato il loro anni giovanili.

El bis dela malura”, “La me prima bicicleta”, “Elmurus milanes”, “I limoni del Garda”, non sono solo titoli di una scenetta comica, di una poesia o di una canzone.
Sono ricordi di un passato che i Zeloti rappresentano umoristicamente, dove adulti e bambini (si, anche i bambini) si amalgamano sul palco tra gestualità e "brescianità" per rappresentare quell’emozione, divertendo e divertendosi.

Alla fine si sprecavano gli applausi
, ma ancor più gli abbracci e le strette di mano ai protagonisti di questo o quel signore, che ringraziava di aver rivisto, nello spettacolo, la propria infanzia ed augurava la stessa fortuna ai propri nipoti.

Il primo esame di maturità i Zeloti lo hanno passato a pieni voti,
promossi con lode anche in città.
Ma adesso, procedendo con il loro motto: nom avanti come semper a laurà per fà rider e pensà …. aspettandovi numerosi ai prossimi spettacoli, i Zeloti vi salutano.

 
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