Chierichetti cercasi
di Aldo Pasquazzo

Le “vocazioni” scarseggiano anche per fare i chierichetti. Da qui l’appello del parroco di Storo ai bambini e alle bambine perché si mettano a disposizione per servire alle funzioni religiose


All'interno delle varie comunità pastorali la presenza di religiosi e anche chierichetti già da tempo scarseggia. Ora, almeno nella zona di Storo, a mancare sono proprio gli stessi bambini - che attualmente sono circa una ventina - coloro che dentro la chiesa di San Floriano sono destinati a servire la messa e altre funzioni.

Per sensibilizzare le nuove generazioni ad accostarsi a tale mansione sono stati disposti dei volantini esposti negli esercizi pubblici oppure nei vari punti vendita. Nella missiva il messaggio è sin troppo chiaro. Esempio: "Ti interessa essere chierichetto e vorresti provarlo a fare?" Poi ancora: "Vuoi diventare chierichetta? Avvicinati a noi".

"L'esigenze di coinvolgere altri giovani a far parte di tale servizio a favore della comunità effettivamente c'è anche se al momento - sottolinea Adriano Candioli, ministro straordinario dell'Eucarestia - sono soprattutto le ragazze le più disposte a volerlo fare, considerato che già alcune sono molto attive e presenti". Capita a volte che ad accompagnare il celebrante in occasione dei vari funerali sia una maestra ausiliaria e pure lei come altre ministra dell'Eucarestia, come Francesca Castiello che per l'occasione porta pure il secchiello contente l’acqua santa.

Al momento i chierichetti operati all'interno della chiesa arcipretale di Storo risultano essere in buon numero ma stando alle esigenze ne servirebbero altri ancora. Non era così ai tempi di don Vigilio Flabbi e nemmeno di don Simone Facchini quando anche le vocazioni sacerdotali erano oltre le venti unità. "Ai miei tempi - dice don Bruno Armanini, originario di Storo, ma alla soglia degli 80 anni e che attualmente opera a supporto di altri colleghi nell'ambito decanale - in Seminario noi di Storo eravamo in gran numero, quando l'allora rettore era il compianto monsignor Salvatore Scalvini".

Ma all'interno delle tre comunità pastorali capita ora che un solo prete si debba sobbarcare quattro o cinque parrocchie se non di più. Da queste parti lo stesso decano don Andrea Fava deve soccombere a Storo, Darzo, Lodrone, Baitoni e Bondone, rispetto ad una volta quando invece di preti se ne contavano almeno cinque. Stessa sorte anche per Borgo Chiese, dove il reverendo arciprete don Vincenzo Lupoli deve dividersi tra Brione, Cimego, Castello e Condino. Oppure padre Artemio Uberti che si muove su Pieve di Bono, Prezzo, Bersone, Praso, Daone, Por, Agrone, oppure a Sella Giudicarie il cui curato ha la competenza su Lardaro, Roncone, Bondo e Breguzzo.
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