«La cava in Tesio riapre, svegliamoci»
di Erica Pollini

Ci scrive una lettrice che paventa fastidi, difficoltà e danni che i gavardesi dovranno affrontare a causa del ripetuto passaggio dei camion fra le case


Caro direttore,
vorrei dire la mia su una decisione presa in municipio che, se non ci svegliamo, non mancherà di creare numerosi problemi. 
Sto parlando della riapertura della cava in Tesio.

Il Consiglio comunale in data 8/8/16 ha deliberato lo schema di convenzione urbanistica stipulato con la società attuatrice: in sostanza l’impresa opererà nei soli giorni infrasettimanali, garantendo veicoli coperti e puliti, non più di 15 trasporti giornalieri, con orario di inizio e cessazione dell’attività di cava dalle ore 7.00 alle ore 18.30.

ATTENZIONE: la prescrizione in oggetto non regola l’orario di passaggio nel centro abitato dei veicoli pesanti ma il solo orario di apertura/chiusura della cava. La differenza è notevole!

Chi scrive è figlia di trasportatore di materiali da cava.
Mio padre ha sempre raggiunto la cava con almeno un’ora di anticipo rispetto all’apertura.
Per di più nello “schema di convenzione tra ditta e Comune” approvato dalla giunta regionale lombarda, che è il modello a cui la delibera consiliare fa riferimento, l’orario di passaggio nel centro abitato rientra tra le prescrizioni che il Comune deve far adottare. 
Come mai non è accaduto?

Come è possibile che, ai sensi del Regolamento comunale, la tranquillità pubblica sia un interesse comune da salvaguardare mentre nel nostro caso è stata sottovalutata?
Come è possibile che, ai sensi del Regolamento comunale, i lavori di ristrutturazione in area privata non possano svolgersi prima delle ore 7.30 e le lavatrici non possano accendersi prima delle ore 8.00 mentre nella suddetta convenzione l’orario di passaggio di veicoli pesanti in un centro residenziale non sia stato regolato in modo preciso?

In sostanza i veicoli pesanti, con una pausa di circa mezz’ora tra un passaggio e l’altro, saliranno e scenderanno dal Monte Tesio probabilmente dalle ore 6.00 alle ore 19.00 di cinque giorni a settimana, con enormi problemi di inquinamento atmosferico e acustico, vibrazioni ripetute, quiete pubblica costantemente disturbata e, naturalmente, danni alla salute dei residenti.

Quindi non è difficile prevedere cosa accadrà
a chi abita in questa zona: polvere depositata ovunque, tapparelle zona strada sempre abbassate, rumori molesti, esalazioni moleste, niente panni stesi sul balcone, niente cambio aria la mattina, ingresso carrabile e pedonale sempre molto pericoloso, la sveglia per il lavoro non servirà più, saremo già svegli!

Vogliamo poi parlare della viabilità e della sicurezza pubblica?
La via di accesso alla cava è così ripida e, a tratti, stretta che in passato più di un veicolo pesante ha avuto gravi problemi all’impianto frenante scendendo, con conseguenti incidenti stradali anche gravi.
I residenti storici della zona ricordano con terrore l’incrocio con i mezzi pesanti nella salita al Tesio: impossibile per il veicolo pesante in discesa fermarsi, è necessaria grande prontezza dell’automobilista nell’innestare la retro per tempo e trovare una piazzuola. 

Eppure la cava riapre.
Chi si assume la responsabilità di queste scelte che impattano notevolmente sulla sicurezza pubblica e sull’ambiente?
Chi ci risarcirà dei danni subiti? Forse il Comune con l’introito della cava?
Non possiamo accettare in silenzio che il nostro territorio e la nostra vita quotidiana diventino un inferno.

Gavardesi vigiliamo, gavardesi svegliamoci!

Erica Pollini
 
 
zLettere.jpg