Benedetto in San Filippo il Cristo del Faini
di val.

Con una cerimonia semplice celebrata da don Valmore Campadelli, ha trovato collocazione nella devozione popolare e in chiesa a Quitilago di Preseglie, una preziosa tela di Fausto Faini

 
Senza la Croce a sostenerlo, perchè ad essere messo in evidenza, prima ancora che il simbolo, dev'essere l'Uomo.
Il rosso a rappresentare la gioia della vita.
Il verde per la radicazione terrena.
Il bianco per la purezza.
L'oro in onore del re dei re, per la sua ricchezza d'animo.
Il viso dolce nello spasmo della morte, a significare la speranza.

Un'opera di Fausto Faini, artista bresciano di città, naturalizzato a Preseglie, è stata collocata venerdì scorso nella chiesetta che Quintilago nel 1.700 ha dedicato a san Filippo, patrono dei giovani e degli insegnanti, donata dallo stesso artista alla comunità che l'ha accolto una quindicina di anni fa.

«Bene-diciamo per essere bene-detti» ha chiosato don Valmore accogliendo l'opera nella casa del Signore.
E facendo seguito a quanto letto sul Vangelo per l'occasione, ha ricordato ai fedeli presenti che «le immagini ci devono servire a contemplare il mistero centrale del cristianesimo, che è l'Incarnazione».

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