«Silenzio stampa» sulla Valsabbina
di Redazione

Ci scrive una lettrice, lamentando il silenzio stampa su quello che viene definito "crack delle azioni della Valsabbina". Pubblichiamo volentieri



Buongiorno direttore, sono una assidua lettrice del "nostro" quotidiano online ed ho avuto modo di apprezzare in molte circostanze la sua professionalità e la sua correttezza editoriale anche in articoli o circostanze di cui non condividevo le sue posizioni.

Tuttavia mi permetta di essere un po' critica circa il bieco silenzio stampa che sembra esserci dietro il crack delle azioni della Valsabbina.
Mi rendo conto che logica dello sponsor richieda pieghe e scelte editoriali, ma questo silenzio che avvolge uno spaventoso danno economico per moltissimi valsabbini, lascia molto amaro in bocca.

Di mio mi sono vista dimezzare un piccolo gruzzolo di 10.000 euro ereditati da mia madre, che erano il frutto della pensione dei miei genitori, proventi di duro sacrificio non già di speculazione o illecito.
E giammai avrei investito in azioni se non fossi stata rassicurata dal funzionario della mia filiale che "il prezzo dell'azione non scenderà mai al di sotto dei 18 euro"!!!

E come me, chissà quanti, fiduciosi del proprio direttore, della banca del proprio territorio, hanno affidato con serenità i propri risparmi, trovandosi prima per anni nella impossibilità di vendere le azioni e poi, nell'attuale, con il capitali letteralmente dimezzato (e non è ancora finita)!

E a tutto questo, oltre al danno la beffa, nessuno dice niente, la stampa locale sembra quasi imbavagliata.
Nessuna indiscrezione trapela, passa tutto senza una protesta.... sono l'unica azionista arrabbiata?
Agli altri non da fastidio aver visto sfumare i propri risparmi?

Io credo che la gente si meriti delle risposte da parte di qualcuno autorevole, credo che un responsabile di questo disastroso risultato economico ci debba per forza essere e in paese civile ci debba mettere la faccia e spiegare le ragioni.
Ma spiegarlo in termini spicci, alla portata di tutti, non in economichese, mi passi il neologismo.

Cosa succederebbe se tutti i correntisti della Valsabbina chiudessero i conti?

Mi perdoni lo sfogo ma credo davvero che se vogliamo fondare la nostra società su principi di correttezza, dobbiamo cominciare a dire le cose come stanno, uscendo dalle logiche di connivenza che sanno tanto di mafia.

Cordialmente,
Cristina Micheli

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Grazie gentile lettrice per lo sfogo, che pubblichiamo volentieri.
E volentieri le rispondo, essendo tirato in ballo nel mio ruolo di direttore.

Vallesabbianews si occupa davvero poco di economia: di banche, ma anche delle vicende che riguardano l'imprenditoria locale, siano conquiste o difficoltà.
E' una delle tante nostre manchevolezze, dovute ad una redazione insufficientemente strutturata per seguire tutte le vicende in tutti i campi.
Ci suuccede anche con lo sport, ma è solo un altro esempio.

Se non abbiamo scritto a sufficenza di quello che sta accadendo in Valsabbina, insomma, non è certo perchè abbiamo ricevuto veti a farlo e nemmeno per piaggeria o perchè vogliamo essere "più realisti del re" nei confronti di uno sponsor.
Banca Valsabbina non ci ha mai chiesto nulla di tutto ciò in tanti anni di collaborazione, e di questo le siamo grati.

Prima di risponderle, ho spulciato il nostro archivio per vedere quante volte abbiamo scritto della "nostra" banca (anche io sono correntista e socio) e su quali argomenti.

Nel corso del 2016:
2 marzo - Apre a Monza la Banca Valsabbina
1 maggio - Valsabbina: ok il bilancio, con un utile di 8 milioni
14 luglio - Le azioni sbarcano sul mercato Hi-Mtf
16 luglio - Inchiesta Carife, perquisizioni anche in Valsabbina
3 agosto - Quando a ritardare sono i pagamenti degli enti pubblici

Come vede, cara lettrice, ne abbiamo scritto cinque volte (poche lo ammetto, vale ciò che ho detto sopra): due volte su cinque parlando proprio dei problemi incontrati dall'Istituto di credito valsabbino.
Ci risulta poi che l'iter per fissare il prezzo delle azioni non sia ancora concluso: quando questo accadrà saremo ben lieti di renderne conto ai nostri lettori, magari facendoci spiegare per bene sia dalla banca stessa, sia da interlocutori autonomi, com'è stato possibile arrivare a questo punto.

La ringrazio Cristina per questa lettera.
In altre occasioni avevo invitato lettori meno gentili di lei, che da anonimi accusavano a destra e a manca di imbrogli (costringendomi alla censura), ad argomentare biasimi e rimproveri palesando il proprio nome e cognome.
Nessuno l'ha mai fatto.

La presenza di lettori anonimi che non hanno intenzione di assumersi la responsabilità di quanto affermano, è anche il motivo per cui mi trovo costretto ad inibire la possibilità di commentare questa lettera.

Ubaldo Vallini


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