Tanto va la gatta al lardo...
di val.

Lenta, ma inesorabile, la giustizia italiana ha fatto il suo corso e tre spacciatori gavardesi di orginie straniera sono stati rispediti al paese di provenienza


Due marocchini e un egiziano, vecchie conoscenze dei carabinieri per essere stati più volte arrestati, sempre per reati che riguardano la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Per tutti e tre il mese di agosto ha segnato la fine del periodo di detenzione agli arresti domiciliari.
Questa volta però, invece che tornare alle recidive "attività" di sempre, come probabilmente loro speravano di poter fare, sono stati caricati direttamente su un aereo e rispediti nei rispettivi paesi di provenienza.

Conclusa l'espiazione della pena, infatti, nessuno dei tre possedeva alcun titolo per rimanere sul territorio italiano e da casa loro sono stati accompagnati prima in caserma, poi, con la convalida prefettizia, davanti al giudice di pace che ha disposto l'allontanamento coatto.

Rientrare sul suolo italiano non conviene: verrebbero immediatamante arrestati.
Un iter piuttosto complesso, quello del rimpatrio quando la pena è stata scontata e non c'è motivo per rimanere in Italia, dispendioso perchè si impiegano uomini, tempo e denaro (c'è il biglietto aereo, anche se di sola andata).

Ma è possibile: i carabinieri gavardesi, dipendenti della Compagnia di Salò, l'hanno messo in pratica.

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