Il battito d'ali di una farfalla
di Valerio Corradi

Era il 1979 quando il fisico Edward Lorenz sostenne provocatoriamente, per la prima volta, che il battito delle ali di una farfalla in Brasile, a seguito di una catena di eventi, potesse provocare un urgano nel Texas


Da quel momento si cominciò a parlare di “butterfly effect” (effetto farfalla) per sottolineare che i sistemi fisico-chimico-naturali ma anche sociali ed economici si caratterizzano per profondi legami interni tra le loro diverse componenti.
La variazione di una sola di esse, potenzialmente, può avviare cambiamenti che si possono propagare e amplificare su ampia scala.

L’effetto farfalla non sembra essere solo una questione attinente modelli matematici e nemmeno solo una suggestiva metafora, soprattutto in un mondo sempre più connesso e globalizzato, è qualcosa che riguarda in maniera profonda ciascuna persona e la trama di relazioni in cui si inserisce ciascuna esistenza.
L’effetto farfalla ricorda che ognuno può dare il proprio contributo in positivo o in negativo e questo si traduce in un atto che crea cambiamento essendo tutti collegati in un’invisibile rete.

A fronte dei tragici accadimenti che stanno interessando in mondo d’oggi (terrorismo, questione ambientale, migrazioni, crisi economica, ecc.) emergono la povertà disarmante e il carattere anacronistico di proposte semplificanti che invocano la chiusura o l’isolamento.

Tornano alla mente le parole di una altro grande studioso, Fritjof Capra, che affermava: “quanto più studiamo i problemi più seri del nostro tempo, tanto più ci rendiamo conto che non è possibile comprenderli isolatamente.
Sono problemi sistemici, il che significa che sono interconnessi e interdipendenti
”.

Forse è dall’adozione di questa prospettiva che passa la possibilità di trovare nuove e più efficaci soluzioni ai problemi del nostro tempo.

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