Sciascia e la sua contraddizione
di Dru

In tempi non sospetti Sciascia contestò la linea editoriale de La Repubblica e della sua migliore penna, Eugenio Scalfari...


...proponendo una visione veramente laica della verità, che venne coniata con la frase "nessuno è al di sopra di ogni sospetto" che filosoficamente corrisponde all'altrettanta frase poi laicizzata di Nietzsche "Dio è morto".

Infatti chi può esser davvero considerato sopra ogni sospetto? Dio in quanto lui che innova.

Ma se Dio muore, se siamo noi gli innovatori, ogni cosa è sospettabile, cioè ogni cosa è dubitabile, muta.

In regime di Dio tutto ciò che gli compete è indubbio, è dubbio invece tutto ciò che ci compete, si che siamo davvero liberi dal dubbio solo in quanto non dubitiamo in lui, cioè solo nella sua fede. Questo dice, anche se con altre parole dallo stesso significato, Gesù.

Il dubbio è dell'uomo non è in Dio, questo il significato dell'indubitabile e immutabile Dio onnipotente.

Questo significato è portato dai sui angeli sulla terra in quelle cose che, come Dio sono indubbie, la natura delle cose divine appunto.

Lo stato con le sue istituzioni, la legge, le procure che devono applicare questa legge, sono il riflesso di questo concetto che viene evocato per primo dai greci, il concetto di Dio appunto, come quell'immutabile che la scienza (episteme) del non nascondimento (dell'aletheia), la filosofia, porta in luce della ragione o logos.

Quando (temporale) Dio muore e perché (logico) dio muore, allora nessuno è più al di sopra di ogni sospetto, nemmeno quello, il Dio, che da sacro si fa profano, si fa nel tempo, muore appunto.

Dunque ogni affermazione è dubitabile e non al di sopra di ogni sospetto, anche questa di Sciascia: “… l’uomo mediocre sente l’appagamento che dà il potere, il fatto di avere un potere sugli altri. Mi sembra un segno inconfondibile della mediocrità questo desiderio di sovrastare gli altri, di dominarli, di avere un potere su di loro”.

Se lo stato non è più al di sopra di ogni sospetto, è appunto perché si accettano certe conseguenze del ragionamento fatto sopra, è perché tramonta il senso greco di verità, ma allora, nel solco del logos sopra, alcun segno inconfondibile "lo è davvero", ma è come ogni altro segno contaminato dal dubbio, cioè è e non è cari sciasciani, sì che è contraddittorio dire che solo in questo caso (Dio?) non c'é dubbio.

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