Il Gaver dimenticato
di val.

La pioggia milionaria sulla viabilità valsabbina resa nota nei giorni scorsi è venuta giù come acido lungo la Provinciale numero 669, fra Valle Dorizzo e il Gaver


«Ma come! Anni a dire che la priorità della montagna bresciana era fare in modo di rendere sicuro dalle slavine l’accesso al Gaver e ora non se ne parla più?».
Il rammarico espresso in queste parole è di Gianzeno Marca, consigliere di Federalberghi, rappresentante della Camera di Commercio in seno all’agenzia territoriale per il turismo valsabbino e comproprietario di una delle uniche due strutture ricettive ancora operative al Gaver.

Il quadro dipinto da Marca, al di là della positività dei “numeri” registrati sulla presenza di turisti negli assolati fine settimana estivi, è piuttosto desolante: «E inutile affermare a tutti i tavoli di confronto che il riscatto economico della Valle Sabbia, in anni di crisi industriale, passa necessariamente per lo sviluppo turistico, quando poi non si dice nulla e meno ancora si fa, se diminuiscono drasticamente le sue capacità ricettive» afferma Gianzeno Marca.

E spiega:
«Lungo la Valle del Caffaro in questi ultimi anni hanno chiuso il Tre Valli a Bagolino, l’Hotel Genzianella in Valle Dorizzo, al Gaver il Camprass, l’Europa, il Villaggio dei Cardi (ora Paolo VI ma sostanzialmente area privata), ha tirato giù la saracinesca anche il bar Al Ponte con l’annesso negozietto.

Tirando le somme fanno più di 200 posti letto che vengono a mancare nelle strutture alberghiere, il 50% di quelle presenti nella parte alta di una Valsabbia che in tutto ne aveva 728. Un disastro, altro che sviluppo turistico».

Al Gaver rimangono infatti il Blumon Break e la Locanda Gaver per altro con impianti sciistici inesorabilmente fermi.
Gli operatori insistono e si sono consorziati convinti che ci sia ancora margine di sviluppo: «Non esiste altra località della montagna bresciana che ha la possibilità di svilupparsi come il Gaver – conclude infatti Gianzeno Marca -. Lo sanno bene gli imprenditori pronti ad investire, che non mancano, se però viene garantito un accesso sicuro anche d’inverno».

A far difetto, perché la Sp 669 posa essere considerata “sicura”
, è un sistema di prevenzione o di protezione per le slavine che scendono dal canalone della “Grisa” per poi separarsi in due tronconi, fra Valle Dorizzo e il Gaver.

Un pericolo che negli ultimi inverni è stato causa di frequenti blocchi della viabilità, che hanno indotto molti operatori turistici a “mollare”.
«Ce lo dicano una volta per tutte, se il Gaver deve morire».


130713GaverCornone_di_Blumone.jpg