L'Inghilterra post Brexit
di Lara Bettinzoli

Dopo un mese dal referendum “Brexit”, dalla vittoria dei “Leave”, la situazione dei cittadini italiani in Gran Bretagna non è cambiata di molto, se non per un clima di maggiore incertezza e curiosità. Di sicuro è cambiato il modo di guardare avanti, perché adesso non si sa cosa si avrà davanti


Molti inglesi che hanno votato per il “Leave”, già dal giorno successivo al voto avevano cambiato opinione. In molti, spaventati dall’esito, hanno chiesto una seconda chance, un secondo referendum che potesse cancellare l’errore oramai irreversibile.  Devo dire che purtroppo solo pochi inglesi sanno veramente cosa sia la UE e come funzioni. Hanno votato per il “Leave” regioni come la Cornovaglia o il Galles che storicamente sono abituali beneficiari di ingenti somme finanziate dalla UE nel campo agricolo.

Subito dopo il la sconfitta politica il Premier David Cameron si è dimesso. Gli è subentrata una donna, Theresa May, che ha il compito di pilotare la Gran Bretagna fuori dal blocco europeo. Ha già fatto sapere che prima di dicembre non partiranno i negoziati previsti dalla clausola 50 del Trattato di Lisbona che dureranno due anni. Quindi ne avremo per un bel pezzo. Durante quest’arco temporale, saranno trattati i rapporti che la UE avrà in futuro con la Gran Bretagna una volta fuori, vale a dire trattati commerciali, persone, capitali e diplomatici.

Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha detto più volte di stare tranquilli, che non cambierà nulla per gli immigrati e rassicura ed invita a considerare la città un crocevia di investimenti e risorse per chiunque voglia fare impresa o lavorare.

Quello che tutti noi italiani trapiantati in Inghilterra stiamo facendo, è appunto aspettare e vedere che decisioni prenderanno i politici. Probabilmente le due parti, la Gran Bretagna e i paesi della UE, tireranno la corda dalla propria parte. La Gran Bretagna è una potenza mondiale, la seconda economia europea e ha peso i tutte le istituzioni mondiali che contano.

L’export tedesco ha bisogno della Gran Bretagna, così come i britannici del mercato europeo. La globalizzazione presenta grandi sfide economiche, giganti come l’India e la Cina non consentono politiche isolazionistiche in stile ottocentesco. Tutti questi fattori saranno decisivi nei negoziati, noi staremo a vedere.
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