Le azioni sbarcano sul mercato Hi-Mtf
di Redazione

Da lunedì prossimo, 18 luglio, i titoli ordinari della Banca Valsabbina tornano alla contrattazione sulla nuova piattaforma di mercato, con l’incognita del prezzo per 40mila soci


Per i circa 40mila piccoli azionisti di Banca Valsabbina sarà un «d-day» col fiato sospeso. Lunedì 18 luglio i titoli ordinari della Popolare bresciana (terza italiana se si escludono quelle che hanno l’obbligo di trasformarsi in spa) tornano alla contrattazione e sbarcano sul mercato Hi-Mtf. Le negoziazioni erano stata sospese alla vigilia dell’assemblea del 30 aprile nella quale si era annunciata l’adesione al nuovo sistema di contrattazione, creando non pochi malumori in quegli azionisti che desideravano vendere le proprie azioni.

Il nuovo mercato.

L’ingresso nel nuovo mercato dovrebbe facilitare la vendita delle azioni di Valsabbina (gli ordini si raccoglieranno dal lunedì al venerdì mattina, il venerdì dalle 11.45 a mezzogiorno si svolgerà l’asta per incrociare domanda e offerta), ma nella pratica potrebbe non essere così semplice.
L’Hi-Mtf al momento presenta pochi scambi. La piattaforma è di Banca Aletti (Banco Popolare), Banca Sella, Istituto Centrale delle Banche Popolari e Iccrea. La maggior parte dei titoli scambiati sono obbligazioni e titoli di Stato, mentre il «listino» azionario si
limita a soli 5 titoli, a cui si aggiungeranno naturalmente quelli di Valsabbina e delle altre popolari che saranno obbligate dalla normativa a quotarsi sui mercati ufficiali.

Il valore delle azioni.
Un anno fa, nel luglio del 2015, il titolo di un altro istituto di credito bresciano, Ubi Banca, valeva circa 7,8 euro. Ieri le azioni del solido gruppo valevano poco più di 2,5 euro. In mezzo ci sono 12 mesi tremendi segnati dal bail-in, dagli stress test, dai crediti deteriorati, e dai guai delle banche venete. Banca Valsabbina è rimasta tutto sommato al riparo da questo terremoto.
Il suo prezzo massimo venne segnato nel 2010, a 24 euro; nel 2011, per effetto della diluizione dovuta all’aumento di capitale da 100 milioni, il prezzo passò a 20,10 euro; nel 2012 era 18 euro; poi la sforbiciata del 22,5% dell’assemblea dello scorso 30 aprile
che ha portato il prezzo «tecnico» indicativo per il diritto di recesso dell’azione a 14 euro.

Dove andrà il prezzo?

Fare una stima del reale valore di una azione è difficilissimo e soprattutto molto soggettivo. Un dato che può essere preso come riferimento è il cosiddetto «book value», ovvero il valore di un’azione in base al rapporto tra prezzo delle 35,7 milioni di azioni ed il patrimonio netto contabile, che per Valsabbina è circa di 390 milioni di euro. Con un prezzo di 14 euro ad azione il price/book value è di 1,20, un valore altissimo se paragonato a quello di Ubi Banca che oggi ha un rapporto prezzo/patrimonio di circa 0,25(quello di Popolare di Sondrio è circa lo 0,40). Se attribuissimo alla Valsabbina lo stesso valore che il mercato attribuisce in questo momento a Ubi Banca ci sarebbe davvero da spaventarsi. Il valore delle azioni precipiterebbe ben sotto i 14 euro ad azione.

In contrattazione.
Il price book value è solo uno dei tanti parametri che vengono presi in esame per valutare il prezzo di un titolo bancario. E da solo può non essere certamente esaustivo. Banca Valsabbina è un titolo da «cassettista» per antonomasia, i vertici della banca prevedono che questa tendenza non verrà meno. «Il titolo - commentano dalla banca - non sarà svenduto».

Gli ordini (di acquistoovendita) si raccolgono quindi da lunedì 18; prezzo di partenza sarà a 14 euro.
Se non ci saranno acquirenti o venditori, l’asta non avverrà e il prezzo rimarrà fermo (prezzo fermo anche se ci saranno solo venditori e nessun acquirente); non solo: il mercato Hi-Mtf consente variazioni massime (in calo o in aumento) del 10%. La parola passa agli azionisti.

Roberto Ragazzi dal Giornale di Brescia
100402Valsabbina.jpg