Brexit: ultime ore d'attesa
di Lara Bettinzoli

Domani i cittadini britannici saranno chiamati alle urne per decidere se uscire o meno dalla Unione Europea, da qui il termine Brexit, formato dall’unione di due parole, Britain e Exit


A poche ore dal referendum, qui a Londra, si respira un alto livello di tensione e un’aria di grande incertezza, c’e chi pensa che vincerà Brexit e chi ha fiducia che non accada, chi vorrebbe prendere subito la cittadinanza britannica e chi vorrebbe emigrare in Australia o negli USA, chi accusa l’Inghilterra e chi se la prende un po anche con l’Unione Europea.

C’e tensione, disagio, i mercati immobiliari sono fermi, c’e instabilità finanziaria, la sterlina affronta un quotidiano ribasso e si é arrivati addirittura al brutale omicidio della Parlamentare Laburista Jo Cox.

La campagna referendaria
(che ha visto nelle ultime settimane una forte crescita del fronte per l’abbandono e un sorpasso del fronte pro-Europa, che vede in prima fila la campagna Stronger In Europe) é agli sgoccioli e la domanda che si pongono i cittadini italiani e comunitari che vivono, lavorano o studiano in questo paese (ci sono molti valsabbini) é cosa accadrà loro in caso di Brexit.

Sicuramente i cambiamenti riguarderanno principalmente gli immigrati e la sovranità parlamentare, che sono le questioni più a cuore per il Regno Unito.
I politici inglesi stanno usando proprio questi argomenti, sovranità nazionale, la democrazia e la difesa dello stato sociale, per creare una fortezza chiusa, per dire addio all’Europa.   

Per quanto riguarda il tema immigrati, al momento, non é ancora ben chiaro quali saranno i cambiamenti, non ci sono ancora decisioni vere e proprie da parte del Governo inglese.
Probabilmente risulterà più complesso spostarsi per lavorare nel Regno Unito da altri Paesi dell’Unione e forse dovremo munirci di visti, sicuramente tutti gli Italiani, sia coloro che vivono in UK da decenni sia i nuovi arrivati, saranno soggetti ai controlli sull’immigrazione.
La campagna LEAVE, con Micheal Gove, ha fatto riferimento a un Sistema di visti sullo stile australiano, basato sugli ingressi effettivamente necessari all’economia del Paese.

L’uscita dalla Ue potrebbe avere un profondo impatto soprattutto dal punto psicologico ed inoltre molte persone e aziende europee si trasferirebbero altrove, impoverendo enormemente questo paese.

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