Don Carminati nuovo parroco di Salò
di Cesare Fumana

È originario di Casto il nuovo parroco delle tre parrocchie salodiane. Don Gian Luigi Carminati, attualmente parroco a Nave e prima a Ponte Caffaro, succede a mons. Francesco Andreis. Divenendo parroco del duomo riceverà il titolo giuridico di Arciprete Plebano con annesso titolo di Monsignore


Sarà un valsabbino il nuovo parroco di Salò. Il vescovo ha nominato don Gian Luigi Carminati, attuale parroco di Nave, nuovo parroco delle tre parrocchie salodiane di S. Maria
Annunziata (duomo), Campoverde e Villa di Salò.

Succederà a mons. Francesco Andreis, per 24 anni alla giuda della parrocchia del duomo di Salò, che lascia per raggiunti limiti d’età.

Don Gian Luigi Carminati, 59 anni, è originario della parrocchia di Casto. Sacerdote dal 1984, è stato da prima vicario cooperatore a Collebeato (1984-1988) e a Buffalora (1988-1999), poi  parroco a Ponte Caffaro (1997-2006) e attualmente è alla guida della parrocchia di Nave.

Ufficialmente diventerà parroco delle tre parrocchie salodiane dal 1° settembre. Arrivando nella parrocchia del duomo, riceverà il titolo giuridico di Arciprete Plebano con annesso titolo di Monsignore.

Al suo fianco, per la cura pastorale delle tre grandi comunità parrocchiali, avrà diversi sacerdoti vicari cooperatori, fra cui lo stesso mons. Andreis, che andrà ad abitare presso la parrocchia di Villa, dove era stato parroco dal 1974 all’82, quando partì per quattro anni in missione in Burundi.

Un compito non facile quello di succedere a mons. Andreis, che ha segnato per un quarto di secolo la vita della principale parrocchia salodiana, quella del duomo.

Si è occupato di «cose materiali», come le chiama lui, rilanciando l'istituto paritario Medi (7 docenti e 35 alunni nel '92; 400 studenti e 55 dipendenti oggi), restaurando il cinema Cristal (1997), l'oratorio (2002) e tutte le chiese dopo il terremoto de12004.

Ma mons. Andreis tiene di più alle attività promosse nel suo ruolo di pastore di anime. Nel ’99 ha avviato la missione popolare con oltre 25 missionari laici, ha attivato 75 centri di ascolto, creato il gruppo di liturgia per il sostegno alle celebrazioni, rimesso in vita la corale «M.E. Bossi», promosso corsi di esercizi spirituali, sostenuto e radicato la Caritas salodiana.

Refrattario alla ribalta pubblica, era finito sotto i riflettori delle cronache nazionali nel 2013, quando al termine della messa di fine anno aveva donato, di tasca sua, una banconota da 50 euro ad ogni fedele che aveva assistito alla Messa: «Date questi soldi - aveva detto - a chi ne ha davvero bisogno». Un invito a praticare la carità. 

In foto don Gian Luigi Carminati e mons. Francesco Andreis
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