Il profilo dei migranti musulmani
di Adel Jabbar

Chi è il migrante musulmano di oggi, quello che vediamo arrivare? Questa persona viene sì da altrove, ma di fatto l’altrove è doppiamente intrecciato con questa realtà, in ragione di un'ibridazione culturale. Ma viene anche "dal basso"


Guardando alla terra lontana come a una terra promessa, partito alla ricerca di  un progresso materiale per sé, egli intuisce che la subalternità che gli è stata assegnata nel contesto di provenienza viene mantenuta e amplificata nel nuovo mondo, che la terra promessa è la terra degli altri, e le regole del gioco sono stabilite sempre e comunque dagli altri.

La musulmana e il musulmano che ritroviamo qui, in realtà, sono degli stranieri immigrati che cercano un lavoro, e che chiedono di poter soddisfare dei bisogni come ogni altra persona.
Il mondo di questi soggetti è innanzitutto un mondo "scosso", poiché la loro identità rimane, almeno inizialmente, come incompiuta, sospesa fra gli abitudini di origine e i costumi del luogo d’arrivo.

Già qualche anno fa Pasolini, presagiva l'arrivo dell'altro nella realtà italiana con questa poesia scritta nel '62 e pubblicata nel '64 nella raccolta "Poesia in forma di rosa", dal titolo "Profezia: Alì dagli occhi azzurri"

Alì dagli occhi azzurri
uno dei tanti figli di figli,
scenderà da Algeri, su navi
a vela e a remi. Saranno
con lui migliaia di uomini
.....
sbarcheranno a Crotone o a Palmi,
a milioni, vestiti di stracci
asiatici, e di camice americane.
.....

Da Crotone o Palmi saliranno
a Napoli, e di lì a Barcellona,
a Salonicco e a Marsiglia......


Non molti anni dopo, sull'altra sponda del  Mediterraneo, il premio Nobel egiziano della letteratura Naghib Mahfuz prevedeva invece l'emigrazione quale possibile sbocco alla crisi della società araba in generale e egiziana in particolare.

Così in "Amore sotto la pioggia" il dottor Alì Zahran afferma "Sto pensando di emigrare (...).
Per la verità sono già oltre la fase del "pensare", ne sono convinto. (..) La patria non è più terra e confini geografici, la patria è ragione e anima. (..).
Dobbiamo emigrare, emigreremo alla prima occasione" .


Adel Jabbar
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.La foto è stata presa da RepubblicaTorino, pubblicata a gennaio 2015

Adel Jabbar
è sociologo dei processi migratori e relazioni transculturali.

Ha insegnato sociologia delle culture e delle migrazioni all’Università Ca' Foscari di Venezia e Comunicazione interculturale all’università di Torino.
Libero docente incaricato nell’ambito della sociologia dell’immigrazione in diverse università italiane. Collaboratore di Cem mondialità (BS)  della rivista Confronti (Roma) e l’Atlante delle guerre, Collaboratore del Centro Teologico (TO) sui temi del pluralismo e il dialogo interreligioso, Curatore della “Rassegna Sguardi verso Nuove Pagine”, scrittura e arte nell’Italia che cambia (BZ).
Collabora con l’Istituto Scienze religiose di Bolzano.
Svolge attività di studio, consulenza e formazione per enti locali e organismi di ricerca.

E' stato ospite di una serata dedicata agli incontri interculturali organizzata a Vobarno dal Comitato Cittadini Insieme.

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