Sul monte Besume
di Raffaele Vezzola​

Uscita in contemporanea dei due gruppi giovanili del Cai di Vestone, Alpinismo Giovanile e Ragazzi in Montagna, lungo il Sentiero della Resistenza “7^ Brigata Matteotti” a Provaglio di Val Sabbia


Pioggia, sudore e grandine, uscita in contemporanea dei due gruppi giovanili del CAI Vestone: Alpinismo Giovanile e Ragazzi in Montagna.

In totale circa 55 ragazzi e una folta schiera di accompagnatori: ben 15 volontari a disposizione.

Destinazione il Sentiero della Resistenza “7^ Brigata Matteotti” a Provaglio di Val Sabbia.

Raduno come sempre al parcheggio della birreria già alle 7.45 strapieno di auto, genitori e ragazzi: i “vecchi” dell’AG con lo sguardo dei veterani e i nuovi curiosi, forse un poco preoccupati per la loro prima esperienza.

Via in auto fino a Cesane dove vengono organizzati i due gruppi che seguiranno itinerari diversi: per i ragazzi dell’AG l’anello completo di 16 km circa per i Ragazzi in Montagna un percorso meno impegnativo che dovrà testare le loro capacità dell’andare in montagna.

Dopo avere fatto il “nostro” gioco dei nomi, i ragazzi dell’AG imboccano il sentiero ed io con loro.

C’è chi ha dimenticato gli scarponi in auto e, non è uno dei ragazzi, vergogna e cenere sul capo!

Il sentiero verso il monte Colmo sale subito ripido dai 500 metri circa di Cesane dovremo raggiungere i 1000 sul pianoro dei ripetitori e il sentiero non molla mai un’attimo.

La “testa” morde il freno e dobbiamo più volte rallentarla al fine di non perdere la “coda”.

C’è molta umidità nell’aria e il sudore corre copioso a bagnare le magliette azzurre del gruppo.

Poche pause per guardarci attorno e per riconoscere le montagne che ci cambiano continuamente orizzonte e rapidamente raggiungiamo i prati sommitali del Colmo dove ci concediamo un ristoro energetico.

Qualche ragazzo è affaticato ma lo sguardo di tutti è aperto ad esprimere il rinnovato godere del camminare con gli amici del gruppo.

Zaino in spalla e imbocchiamo il sentiero tricolore che verso oriente percorre la dorsale che separa la valle del Gorgone di Treviso dai prati e dalle frazioni di Provaglio. Il camminare è ora piacevole, il falsopiano che percorriamo non è mai faticoso e il sole ci asciuga dal sudore.

Si formano dei gruppetti: i più grandi a “ciacolare” mentre i più piccoli collaudano i molti nuovi scarponi nelle pozze di acqua che numerose incontriamo lungo il sentiero. E’ piacevole constatare che molti ragazzi hanno iniziato a migliorare l’attrezzatura individuale indirizzando la scelta dei regali di Natale e compleanno.

Nolsera, Noglie, Pozze, Giogo ed infine a mezzogiorno giungiamo al passo del Gioiello dove avremmo dovuto riincontrare i compagni del gruppo dei Ragazzi in Montagna.

Il pianoro è sgombro, possibile che non siano ancora arrivati?  Sfoggiando la nuova radio chiamiamo Claudio per chiedere notizie e scopriamo che i nostri amici sono saliti fino alla chiesetta del Besume e vistici, suonano la campana per salutarci.

Pranzo per poi anche noi raggiungere la cima. Le nuvole cominciano ad essere un poco troppo scure, non vorrà mica piovere adesso? Promessa mantenuta, è Andrea che porta “sfiga” con i suoi proverbi sulla “Corna Blacca col capel". Le prime gocce pesanti cominciano a cadere, ritirata di corsa in discesa per poi rintanarci come sardine sotto il tetto che copre il monumento ai caduti della Resistenza. La pioggia si trasforma in grandine che martella la copertura sotto la quale ci ripariamo ma anche il tavolo che ricoperto da della plastica ripara 5 o 6 ragazzi la’ sotto rifugiati.

Che fare ora? Le mantelle e le giacche a vento le abbiamo ma, la grandine/pioggia è talmente fitta che è un muro bagnato. Ormai siamo impregnati, tanto vale…

Tempo 20 minuti e il temporale cessa, consulto degli accompagnatori per poi, guidati  su scorciatoie dai due ragazzi “indigeni” Gianluca e Samuel ci dirigiamo verso il campo sportivo dove dovrebbe esserci un riparo un poco più capiente. Abbiamo in programma nutrito: giocare, conoscerci, raccontare qualche notizia sui partigiani della Perlanca, ma anche affettare la nostra “preda di guerra”: il prosciutto piovuto dal cielo durante l’uscita a San Valentino.

Siamo in troppi, l’adrenalina dei ragazzi è a 1000 ed è impossibile fare tutto quanto, ci limitiamo a sbafare i panini al prosciutto lasciando che i ragazzi si sfoghino in autonomia.

E’ ora di rientrare, qualcuno invoca la possibilità di farsi raggiungere in macchina dai genitori, ma il programma ha da essere rispettato, in marcia dunque, il luogo di arrivo è quello della partenza pertanto scarpiniamo in discesa per ancora una rassegnata ora fino a Cesane.

Come è andata la prima uscita con i 2 gruppi in contemporanea?

Non l’ho capito ancora bene, fino a che i percorsi erano distinti tutto a posto, poi la pioggia, la grandine e l’entusiasmo hanno mischiato le carte. Un dato di certo assodato è che tutti assieme siamo di sicuro troppi e l’anarchia prende a volte il sopravvento. L’anno scorso con un solo gruppo, tutto si è a poco a poco incastrato in uno schema ben assodato, con punti fermi: testa/coda, attenzione, gioco, condivisione… Se saltano questi, per noi appuntamenti indispensabili, l’esperienza perde consistenza e il gruppo di stabilità. Dovremo noi tutti, ragazzi e accompagnatori, confrontandoci, trovare modi e tempi per poter “limare” e assestare sempre meglio l’escursione.

Ieri ho lasciato la voce sul Besume e con miele e limone cercherò di recuperala. Di certo però sono sicuro che i ragazzi ricorderanno questa camminata con pioggia, sudore e straordinaria grandinata; tutto ciò grazie ai volontari del CAI ed agli indispensabili genitori/taxisti.

Alla prossima​ dal​
Referente CAI per l'Alpinismo Giovanile​
Raffaele Vezzola​
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