La filosofia del Camminare con "I Giorni"
di picatt

Nuovo appuntamento questo mercoledì a Prevalle della rassegna “Sguardi” promossa dall’associazione culturale prevallese con ospite d’eccezione il prof. Duccio Demetrio


Prosegue con successo la serie di iniziative “Sguardi” proposta dall’Associazione Culturale “I Giorni” di Prevalle. Questa volta con un’iniziativa che ha per protagonista il prof. Duccio Demetrio, illustre docente di filosofia dell’educazione e soprattutto direttore scientifico della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

Il tema proposto è accattivante ed originale, così come la figura del relatore, brillante narratore e saggista che qualche anno fa ha fondato anche una Accademia del Silenzio oltre a proseguire quella fucina di progetti che è la Libera Università dell’Autobiografia.
La “Filosofia del Camminare. Per ritrovare una meditazione “altra” camminando: per mutare in straordinario, l’ordinario” questo il titolo della lezione.

Il classico collegamento tra l’atto di camminare e quello di pensare appartiene alla tradizione greca. Socrate dialogava dentro e fuori le mura della città per fermarsi solo di fronte alle riflessioni più profonde ed impegnative. Da “peripatein” (passeggiare) la scuola di Aristotele fu chiamata “peripatetica”, poiché il filosofo insegnava gironzolando sotto i portici.

Quella di camminare si potrebbe considerare la filosofia per eccellenza, visto che furono i filosofi greci a stabilire il primo legame tra cammino e pensiero, rafforzato successivamente da Immanuel Kant, il quale, non trascurava mai la sua quotidiana passeggiata, e sempre puntualmente alle 5 del pomeriggio, tanto che gli abitanti di Könisberg, si dice, regolassero i propri orologi quando lo incontravano. Hegel percorreva con altrettanta regolarità una strada di Heidelberg, divenuta perciò famosa col nome di Philosophenweg. Nietzsche dava la sua preferenza alle idee partorite all’aria aperta.

Bruce Chatwin fece notare che “travel”, il termine inglese per viaggiare, proviene dalla stessa radice del francese “travail”, lavorare, e dell’italiano travaglio, il quale offre il senso della fatica, della doglia, della pena, della preoccupazione.

A metà strada tra filosofia e psicologia del profondo si situa la poesia. Ed anche i poeti scrivevano passeggiando. “Nel mezzo del cammin…” si pone Dante per perdersi. “Solo e pensoso i più deserti campi” andava “misurando a passi tardi e lenti” Petrarca. Poi ci sono i viaggi a piedi di Hölderlin, le fughe di Rimbaud, le passeggiate di Wordsworth…

I medici l’hanno incasellata come una nevrosi che può assumere carattere grave: “Dromomania”… la mania di camminare, di cui si dice abbia sofferto anche Italo Calvino, tra gli altri.

E allora… ecco trasformata una piacevole moda sempre più “à la page” in un tema culturale profondo ed interessantissimo.
L’appuntamento è per mercoledì 1 giugno alle ore 17.30 a Palazzo Morani, Prevalle, nella accogliente Sala della Musica con il prof. Duccio Demetrio, relatore d’eccezione.
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