Valsabbina: ok il bilancio, con un utile di 8 milioni
di Redazione

Nessuno scossone nell'ultima assemblea. Qualche disappunto quando si è parlato di valore delle azioni. E la proposta di alcuni soci: trasformare la banca da "popolare" a normale "società per azioni"



Si è tenuta ieri, presso il PalaFiera di Brescia, l’assemblea dei soci della BANCA VALSABBINA che, dopo l’approvazione di alcune modifiche dello statuto ha proceduto all’approvazione del bilancio 2015.

I circa 1.600 soci presenti (a fronte di 40 mila soci) hanno approvato senza particolari rilievi il risultato 2015 che presenta un utile netto di 8 milioni (erano 14 nel 2014) a fronte di un margine di intermediazione di 120 milioni (erano 153 nel 2014); pesa sul risultato economico l’intervento di salvataggio del sistema bancario sulle quattro famose bad bank che, per quanto riguarda VALSABBINA, ha inciso per 5 milioni sull’esercizio 2015.
Per l'occasione sono stati anche confermati al vertice i consiglieri uscenti Adriano Baso, Aldo Ebenestelli, Angelo Fontanella, Mario Rubelli e Luciano Veronesi.

Archiviato il 2015 con un dividendo netto di 0.12 euro per azione la vera sorpresa per i soci è venuta dal valore delle azioni che, da sempre scambiate sul mercato ristretto e “sostenute” dall’attivismo della banca stessa, da anni sono assestate sulla quotazione di 18 euro per azioni.
Peraltro da più di un anno i ridotti volumi di acquisto avevano di fatto bloccato la possibilità di vendita del titolo.

La proposta del CdiA di determinare il valore delle singole azioni a 14 euro, pur se attesa, ha sollevato disappunto fra i presenti soprattutto perché il dato non è definitivo.

Le azioni della VALSABBINA dovranno essere infatti quotate tramite un nuovo sistema di negoziazione che faciliterà la vendita avendo però come contropartita la liberalizzazione del valore dell’azione.

Logico quindi che a fronte di questa prospettiva alcuni dei soci presenti abbiano proposto la trasformazione della banca popolare (dove ogni azionista ha un voto indipendentemente dal numero di azioni possedute) in una normale società per azioni dove il valore delle azioni tiene conto del diverso peso azionario.

Trasformazione che già il Gruppo UBI BANCA ed altre popolari hanno avviato proprio in questi mesi a fronte di un preciso indirizzo legislativo.
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