Testimoni di Libertà, Chiesa bresciana e Rsi
di Redazione

Sarà presentato martedì prossimo a Salò il libro promosso dalla Diocesi e dalla sezione Aned di Brescia in memoria di monsignor Carlo Manziana, deportato a Dachau, e degli altri religiosi bresciani che si opposero alla Repubblica Sociale Italiana


In vista della festa del 25 Aprile, marted’ 19 aprile, alle 20.30, presso la Sala dei Provveditori del Municipio di Salò, per iniziati dall'Anpi di Salò e del coordinamento di Garda e Valle Sabbia, sarà presentato il libro “Testimoni di Libertà. Chiesa Bresciana e Repubblica Sociale Italiana (1943-45 )”.

Sarà presente l’autore, Maurilio Lovatti, docente di Filosofia e Storia e autore di saggi di storia locale. Introdurrà Agide Gelatti, presidente dell’Aned di Brescia; coordinerà la serata Paolo Canipari, presidente dell’Anpi di Salò e membro del direttivo provinciale Anpi.

Il libro è frutto di una collaborazione fra Aned, vescovo di Brescia e Maurilio Lovatti.

Il presidente dell'Aned di Brescia, nel 2014 contattò il Vescovo di Brescia, Luciano Monari, donando la Tessera dell'Associazione e invitandolo ad un “pellegrinaggio” di “religiosi” e “non” presso il campo di sterminio di Dachau, dove fra i tanti deportati vi fu anche Padre Manziana di Brescia.

Il viaggio si concretizzò dal 25 al 27 maggio 2015. E venne dato, poi, incarico al prof. Maurilio Lovatti, docente di Filosofia e Storia presso il Liceo Arnaldo di Brescia, di scrivere un libro, che trovò forma e sostanza in “Testimoni di Libertà. Chiesa Bresciana e Repubblica Sociale Italiana (1943-45 )”.

 “Questo libro – scrive nella presentazione del volume Agide Gelatti, Presidente Aned di Brescia – vuole anche ricordare che le radici del male non sono mai estirpate per sempre dal seno della società: in una nuova situazione di crisi sociale e di violenza “il mostro” potrebbe rinascere, perchè se l'uomo dimentica la storia passata , corre il rischio di riviverla. Questa mia premessa all'appassionato lavoro di Maurilio Lovatti, in un tempo che vede il tentativo di screditare la Resistenza, vuole essere un emozionato grazie a tutti coloro, che in nome della dignità dell'uomo diedero il meglio di sé”.

“Il giudizio nei confronti del fascismo è sufficientemente condiviso nella società italiana di oggi – gli fa eco mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia –, ma non si può mai dare nulla per scontato. Bisogna far emergere le motivazioni per le quali un certo giudizio viene emesso: bisogna mettere in luce i valori che sono operanti in un giudizio. Solo così si può trasmettere da una generazione all'altra una base ferma, che permette di procedere rettamente e di costruire solidamente. Il libro di Lovatti ci accompagna in questo itinerario...).
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