A 77 anni è scomparso l'attaccante valsabbino
Si è fermata ieri mattina nella sua casa di Gavardo la corsa di Lorenzo Bettini, il bomber degli anni '50 e '60 dal tiro secco. Aveva appena compiuto i 77 anni. Nella sua carriera ha vestito le maglie di Brescia, Roma, Lazio e Inter.

Si è fermata ieri mattina nella sua casa di Gavardo la corsa di Lorenzo Bettini, il bomber degli anni '50 e '60 dal tiro secco. Aveva appena compiuto i 77: era nato a Villanuova il 15 gennaio '31. Lascia la moglie e il figlio Roberto, direttore sportivo della squadra locale. Da giocatore aveva disputato 270 partite in A, siglando 110 gol (più di Oliver Bierhoff, Pietro Anastasi, Pietro Paolo Virdis, Pierino Prati o Paolino Rossi), e 127 in B, con 54 reti: unico calciatore italiano ad avere segnato così tanto senza mai essere convocato in Nazionale. Iniziò nel Brescia dell'ungherese Imre Senkey, che lo fece debuttare il 28 maggio '50, in serie B, contro il Vicenza, nello stadio di viale Piave. La gara finì 4-0 per i biancazzurri, e il centravanti bagnò l'esordio con una doppietta. Il baluardo difensivo di quella formazione era Giovanni Azzini. Tra i compagni, Alfredo Vincenzi di Bagnolo, detto «Pinela», papà di Francesco, attuale allenatore della Dellese. Nella successiva stagione, promosso titolare da Giuseppe Cina Bonizzoni, si presentò subito con un'altra doppietta nel derby contro la Cremonese. Tra i compagni, Edmondo Fabbri, poi diventato commissario tecnico della Nazionale italiana. Il 24 giugno chiuse rifilando una cinquina all'Anconitana (il punteggio di 12-0 è rimasto il più robusto nella storia del Brescia). In quel campionato il centravanti firmò la bellezza di 22 gol (37 le presenze), facendo dimenticare il suo predecessore, Ettore Bertoni. E pensare che il pubblico, appena sbagliava un pallone, lo fischiava.
Nell'estate del '51 Giuseppe Viani lo volle alla Roma, che vivacchiava in B, e Bettini contribuì alla promozione dei giallorossi, a fianco di Carletto Galli. Prestato al Palermo, in A, si presentò al pubblico della Favorita battendo il portiere Viola della Juventus, che poi rimediò il pari con Carapellese. C'erano Boniperti, Ferrario e Piccinini, il papà di Sandro, commentatore di Mediaset. Dopo un altro periodo alla Roma, si trasferì all'Udinese, dove esplose con 20 gol (secondo nella graduatoria dei cannonieri, alle spalle del milanista Nordhal). Una parentesi di due anni alla Lazio, assieme a «Raggio di luna» Selmosson, quindi il ritorno in Friuli, dove è rimasto fino al '61. Nella stagione successiva eccolo all'Inter di Helenio Herrera, a fianco di Corso, Suarez, Picchi, Facchetti, Guarneri, Bolchi, Bicicli e Buffon. Un infortunio lo costrinse a rimanere fuori per due mesi. Al termine della stagione i dirigenti volevano ridurgli lo stipendio (5 milioni di ingaggio), e Bettini se ne andò al Modena, con Bruells e Cinesinho. Dal '63 al '66 di nuovo la B, ad Alessandria.

Sergio Zanca da Bresciaoggi
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