Ecco chi è, un delinquente
di val.

A Vestone sulle tracce di Mohamed Lahlaloui. Chi lo ricorda lo descrive come un delinquente abituale. Altri non sanno chi fosse e ci dicono «se ci fosse una foto, magari...». Eccola



«E’ un delinquente, incapace di rispettare un minimo di regole sociali, figuriamoci con i dettami dell’Islam».
Chi a Vestone ha conosciuto Mohamed Lahlaloui, marocchini e italiani, non hanno dubbi. Parlano di un tossicodipendente ubriacone che viveva di espedienti e che non perdeva mai l’occasione buona per cacciarsi nei guai.

«Terrorismo internazionale? Mah, può essere che l’abbiano tirato dentro: per pochi euro era capace di fare qualunque cosa» dicono.
Insomma, una personalità assai distante dallo stereotipo del terrorista: barbuto, estremista, fino al punto da immolare la propria vita per la causa.

Nato il 28 giugno del 1987, Mohamed arriva in Italia con la madre ed il fratellino più piccolo di lui alla fine di agosto del 2006, richiamati dal padre Said, che li lascia subito soli, deceduto in seguito ad un incidente con la motocicletta.
Inizialmente si stabiliscono a Forno D’Ono di Pertica Bassa. E lui subito inizia a combinare guai.

Nel 2011 la famigliola si sposta a Vestone, in via Matteotti, tre anni dopo in via Santa Lucia.
All’anagrafe vestonese scompare ufficialmente solo a febbraio di quest’anno, quando madre e fratellino, bravissime persone, integrate nella società vestonese e valsabbina lei come badante e lui come operaio, chiedono e ottengono di trasferirsi in via Bettinsoli, in un appartamento della parrocchia.

In realtà Mohamed Lahlaloui è stato accompagnato in aeroporto e spedito in Marocco a metà giugno del 2014.
Un paio di settimane prima era stato arrestato dai carabinieri vestonesi allora comandati dal luogotenente Antonio Frisullo, ora in pensione.

La “carriera” aveva portato Mohamed a perdere il permesso di soggiorno e rimaneva sul suolo italiano solo perché doveva scontare la sua pena agli arresti domiciliari.
E invece lui in compagnia di un altro paio di balordi era evaso ed aveva rapinato del portafogli un connazionale. D allora non se ne sapeva più nulla e nessuno a Vestone aveva idea che potesse essere finito in Germania.


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